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Il Tribunale di Milano sanziona Bdo Italia nel contenzioso con Mazars


Pubblicato il: 2/24/2016

Il Tribunale di Milano, con ordinanza emessa lo scorso 15 febbraio (nel procedimento cautelare RG 54522/2015) dalla Sezione specializzata in materia di Impresa “A”, presieduta da Marina Anna Tavassi, ha posto fine al contenzioso sorto tra Mazars e Bdo Italia Spa nell'agosto scorso, quando quest'ultima società è nata dalla fusione tra i soci italiani di Mazars Italia ed i colleghi di Alpha Audit.

Alla fine del mese di luglio 2015, i partner che detenevano le quote di maggioranza di Mazars Italia hanno ceduto i rami d’azienda ad Alpha Audit – poi ribattezzata Bdo Italia – di fatto svuotando la “filiale” italiana legata alla società francese, formando un soggetto nuovo. Il tutto all'insaputa dei soci di minoranza italiani e dell'headquarter francese. Nella nuova società sono però confluiti anche il software, personalizzato da Mazars, documenti e dati economici ed il pacchetto-clienti.
Il Tribunale di Milano ha previsto nei confronti della nuova società il sequestro dei documenti “riservati”, lo stop all’utilizzo del software di proprietà di Mazars e la comunicazione ai clienti che da Mazars sono passati in Bdo del diritto di recesso entro 3 mesi.

Secondo il Tribunale di Milano, Bdo Italia non può far proprio il software che era di Mazars perchè è la sede francese che ha un accordo di licenza con il fornitore e, secondo le clausole del contratto, «il software Audisoft V9 non avrebbe potuto costituire oggetto di cessione neppure unitamente alla cessione del ramo di azienda». Inoltre, viene inibita ogni possibilità – secondo i giudici – di «disporre delle informazioni riservate e dei documenti riservati di Mazars indebitamente prelevati e – ancorchè legittimamente ricevuti anteriormente alla cessione – ora indebitamente detenuti e/o utilizzati»

Secondo il Tribunale di Milano, è stata «accertata» – a seguito dell’operazione di «descrizione», ossia di perquisizione di Bdo chiesta e ottenuta da Mazars lo scorso ottobre – la presenza, nella sede di Bdo Italia, di documenti riservati dell’Organizzazione Internazionale di Mazars. Per il giudice di Milano «il numero di file aventi nome e contenuto identico a quelli del portale Mazars (....) appare comunque significativo ed idoneo a dimostrare un comportamento di indebita appropriazione o di indebito utilizzo». Il Tribunale dunque «dispone il sequestro dei documenti riservati e delle informazioni riservate di Mazars comunque detenute dai resistenti, siano essi in formato cartaceo e/o elettronico, presenti su computer, laptop, ma anche smartphone, tablet, server, chiavette Usb e icloud». E lo stop «all’ulteriore abusiva acquisizione, utilizzazione e comunicazione di informazioni riguardanti Mazars».

Infine, ai 1100 clienti ex Mazars che avevano contratti in corso Bdo Italia ha comunicato il passaggio del team Mazars a Bdo come cessione d'azienda. Per il Tribunale questa comunicazione non è stata sufficiente a far comprendere loro che la nuova società era uscita dall’orbita di Mazars per entrare in quella del gruppo Bdo. «Il complessivo contenuto della comunicazione - sostiene il giugice - non metteva il cliente in grado di comprendere le conseguenze dell’operazione realmente realizzata in modo da poter giudicare se ci si potesse avvalere o meno del diritto di recesso». Per questo, il Tribunale – oltre a inibire a Bdo Italia l’uso, in qualsiasi forma e contesto, del marchio e di oggetti con segni distintivi “targati” Mazars – ordina alla nuova società di inviare comunicazione scritta (entro 30 giorni) a tutti i clienti, per spiegare che non si è trattato di una «generica aggregazione», ma di cessione di ramo d’azienda e prospettando loro, entro 3 mesi, la facoltà di recesso.

Mazars è stata assistita nel contenzioso dallo studio Clifford Chance, con un team formato dal counsel Monica Riva e dal partner Carlo Felice Giampaolino, unitamente all'avvocato Prof. Cesare Galli, founding partner dello studio IP Law Galli.