Al via il nuovo carcere di San Vito al Tagliamento
Pubblicato il: 4/28/2016
San Vito al Tagliamento (Pordenone). È stata la prima sezione del Tar Trieste, presieduta dal giudice Umberto Zuballi, a respingere il ricorso dell’Impresa Pizzarotti contro Kostruttiva scpa e Riccesi spa vincitrici dell’appalto per la realizzazione del nuovo penintenziario di San Vito al Tagliamento.
Lo scorso gennaio già in sede cautelare i giudici amministrativi del Tar Friuli Venezia Giulia avevano respinto la richiesta di sospensione.
All’udienza del 9 marzo hanno confermato l’orientamento respingendo il ricorso dell’impresa Pizzarotti assistita dal prof. avvocato Stefano Vinti dello studio legale Vinti e Associati in Roma e dall’avvocato Orio De Marchi dell’omonimo studio legale triestino contro Kostruttiva scpa e Riccesi spa, difese dagli avvocatiti Alfredo Piscicelli dell’omonimo studio legale in Venezia – Mestre, Gianni Zgagliardich dell’omonimo studio legale in Trieste e Helga Garuzzo dello studio legale Pavesio eAssociati in Milano.
"A GENNAIO RESPINTA L'ISTANZA CAUTELARE"
L'impresa Pizzarotti aveva impugnato il provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, emesso dal provveditorato interregionale per opere pubbliche del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, difeso dall'Avvocatura dello Stato, con cui era stato definitivamente aggiudicato l’appalto per costruire il nuovo penitenziario di San Vito al Tagliamento all’ati Kostruttiva e Riccesi.
La gara d’appalto per la progettazione e costruzione del carcere aveva visto la partecipazione di dieci tra imprese e associazioni temporanee di imprese (Ati). L’importo complessivo era di 25,5 milioni e mezzo, di cui 24,3 per lavori a base d’asta.
"UNA GARA DA 25,5 MILIONI DI EURO"
Prima in graduatoria era risultata l’offerta dell’Ati formata da Kostruttiva (ex Consorzio Coveco) e Riccesi che erano state aggiudicatarie, per 18,4 milioni, nonostante un’offerta inizialmente giudicata “anomala” dal punto di vista tecnico e poi confermata.