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La Corte si esprime in un caso di decesso per colpa medica


Pubblicato il: 3/17/2020

L'avvocato Bongiorno Giulia ha assistito Scardulla Cesare e, in sostituzione degli avvocati Crescimanno Francesco e Coppi Franco Carlo, Clemenza Francesco e Hernandez Baravoglia Cesar Mario nel ricorso presentato in Cassazione. L'avvocato Gentile Salvatore ha affiancato ISMETT. Comparato Daniela Maria ha assistito le parti civili.

La Corte d'appello di Palermo, in data 8 gennaio 2019, confermava la sentenza con la quale il Tribunale di Palermo, l'8 febbraio 2017, aveva condannato Francesco Clemenza, Cesar Mario Hernandez Baravoglia e Cesare Scardulla alla pena ritenuta di giustizia e alle connesse statuizioni civili in relazione al delitto di omicidio colposo in danno di Calogero Mulé, contestato come commesso il 2 settembre 2011 in Palermo.

Ai tre imputati, medici presso le strutture di cardiologia e centro trapianti dell'Istituto ospedaliero ISMETT di Palermo, era stato contestato di avere cagionato il decesso del Mulé per avere omesso, in cooperazione colposa fra loro, di valutare adeguatamente la patologia del medesimo da un punto di vista prognostico e terapeutico: secondo l'imputazione, a fronte delle condizioni del Mulé, omisero di prescrivere l'applicazione di un defibrillatore innpiantabile, che avrebbe impedito l'evento morte, dovuto secondo l'accusa a un'aritmia ventricolare. 

La Corte di Cassazione ha annullato, senza rinvio, ai fini penali, la sentenza impugnata per essere il reato estinto per prescrizione. Rigettati i ricorsi di Clemenza Francesco, Hernandez Baravoglia Cesar e Scardulla Cesare ai fini civili, la Corte ha condannato  i ricorrenti, in solido con il responsabile civile ISMETT, alla rifusione delle spese sostenute dalle parti civili Giuseppa Cambiano, Francesca Mulé, Lavinia Maria Elisabetta Mulé e Angelo Mulé, liquidate in euro 4.000,00 oltre accessori come per legge.