Omicidio Ciontoli, la Corte rigetta il ricorso del sottufficiale della Marina Militare Antonio Ciontoli
Pubblicato il: 3/12/2020
Ciontoli Antonio, Ciontoli Martina e Pezzillo Maria sono stati assistiti dagli avvocati Pietro Messina e Andrea Miroli, che, unitamente all'avvocato Domenico Ciruzzi, ha rappresentato anche Ciontoli Federico. Gli avvocati che hanno assistito le parti civili: Franco Carlo Coppi per Conte Anna; Celestino Gnazi per Vannini Valerio, Conte Marina, Carlini Roberto, Carlini Alessandro; Enza Intoccia per Fusti Gina.
Con sentenza del 18 aprile 2018 la Corte di assise di Roma aveva affermato la responsabilità di Antonio Ciontoli per il delitto di omicidio, commesso nella sua abitazione di Ladispoli nella tarda serata del 17 maggio 2015, ai danni di Marco Vannini, fidanzato di sua figlia Martina, condannandolo anche per la contravvenzione di omessa custodia dell'arma, alla pena di anni quattordici di reclusione, previo riconoscimento delle attenuanti generiche, e alla pena di mesi due di arresto ed euro 300,00 di ammenda. .
Secondo la contestazione Antonio Ciontoli, simulando uno scherzo e ritenendo che la pistola semiautomatica cal. 9-380 - da lui detenuta per ragioni di servizio in qualità di appartenente alla Marina militare e che aveva lasciato incustodita nella stanza da bagno - fosse scarica, la puntò in direzione di Marco Vannini, mentre questi stava facendo la doccia, scarrellò e premette il grilletto. Esplose quindi un colpo che raggiunse la vittima al livello della faccia esterna del terzio medio del braccio destro con tramite che attraversò il lobo superiore del polmone destro e dopo il cuore. Nonostante l'avesse ferito, ritardò i soccorsi e fornì agli operatori del 118 e al personale paramedico informazioni false e fuorvianti, così cagionando, ad avviso del giudice di primo grado, accettatone il rischio, il decesso, che avvenne alle ore 3,00 del 18 maggio 2015 a causa di anemia acuta meta emorragica.
La Corte di Cassazione, in accoglimento dei ricorsi del P.G. e delle parti civili, ha annullato la sentenza impugnata e rinviato per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte di assise di appello di Roma, assorbiti allo stato i ricorsi di Federico Ciontoli, Martina Ciontoli e Maria Pezzillo. Rigettato il ricorso di Antonio Ciontoli, condannato alla rifusione delle spese sostenute dalle parti civili limitatamente alla posizione di resistenti avverso il suo ricorso, liquidate in omplessivi euro 4.000,00 per Anna Conte, 3.600,00 per Gina Fausti e 4.000,00 per Marina Conte, Valerio Vannini, Roberto Carlini e Alessandro Carlini, oltre accessori (spese generali, IVA e CPA), per tutti, come per legge. Rimessa al definitivo la regolazione delle spese processuali, nonché delle spese sostenute nel presente grado dalle parti civili in relazione alla posizione degli altri imputati.