Satef Huttenes Albertus S.p.A vince in Cassazione
Pubblicato il: 2/25/2020
Bruno Calzolai è stato rappresentato nel contenzioso da Valentina Masi, Alberto Maggi e Daniele Geronzi; Satef Huttenes Albertus S.p.A è stata invece affiancata dagli avvocati Giovanni Giustiniani, Luca Siviero e Sergio Benetti.
Con citazione notificata il 26.10.2011 Bruno Calzolai convenne in giudizio, innanzi al Tribunale di Pavia, la Imic s.p.a. chiedendo: di accertare e dichiarare la responsabilità della società convenuta per l'illegittimità della revoca delle deleghe conferitegli dal consiglio d'amministrazione della stessa società e per gli inadempimenti nel rapporto contrattuale che avevano determinato le sue dimissioni dal consiglio d'amministrazione il 29.7.08; di condannare la Imic s.p.a. al risarcimento dei danni subiti, sia patrimoniali, per la somma di euro 583.014,00, sia non patrimoniali, quantificati nella somma di euro 100.000,00, anche con liquidazione equitativa ex art. 1226 c.c.
Si costituì la Imac s.p.a. resistendo alla domanda.
Il Tribunale di Pavia, con sentenza del 30.10.15, rigettò le domande proposte da Bruno Calzolai in quanto non dimostrate. L'attore propose appello che la Corte d'appello di Milano respinse con sentenza emessa in data 1.3.18, unitamente all'appello incidentale, rilevando che: la revoca delle deleghe conferite al Calzolai del consiglio d'amministrazione era sorretta da giusta causa, poiché il Presidente del medesimo consiglio aveva motivato la redistribuzione degli incarichi dello stesso appellante in capo a nuove figure professionali, redistribuzione la cui necessità non era insorta improvvisamente, mentre non era stato dimostrato che tale riorganizzazione
avesse costituito un pretesto per estromettere il Calzolai dalle decisioni del consiglio; non erano stati provati gli elementi costitutivi dei danni patrimoniali lamentati.
Il Calzolai ricorre in cassazione con due motivi, illustrati con memoria. Resiste la Satef Huttenes Albertus s.p.a. (incorporante la Imic s.p.a.) con controricorso.
Il Consigliere relatore ha formulato la proposta ex art. 380b1s c.p.c.
La Corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento, in favore della parte controricorrente, delle spese del giudizio di legittimità che liquida nella somma di euro 7100,00 di cui 100,00 per esborsi, oltre alla maggiorazione del 15% quale rimborso forfettario delle spese generali.
Ai sensi dell'art. 13, comma lquater, del d.p.r. n.115/02, dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello,"dovuto per il ricorso principale, a norma del comma lbis dello stesso articolo 13, se dovuto. Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 20 novembre 2019.