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Conbipel, inammissibile la domanda di concordato preventivo


Pubblicato il: 11/12/2020

DLA Piper, Ranalli & Associati, Fujoca e Gianni & Origoni hanno prestato assistenza per il concordato e l'ammissione alla AS di Conbipel s.p.a.

Il tribunale di Asti ha dichiarato inammissibile  il concordato preventivo perchè la società non ha presentato il piano concordatario entro la scadenza prevista. 

A fine giugno 2014 il Tribunale di Asti aveva omologato l’accordo di ristrutturazione dei debiti sulla base dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare. Terminato il percorso di ristrutturazione, il gruppo era uscito dal tunnel e Oaktree nell’ottobre 2015 l’aveva messa in vendita, ma senza successo. Il fondo aveva lamentato nel tempo un progressivo calo delle vendite e negli ultimi anni il numero degli addetti astigiani è stato praticamente dimezzato. La società al marzo 2019 aveva ricavi per 198 milioni di euro, un ebitda negativo di 5,3 milioni e una posizione finanziaria netta di 18,2 milioni. 

Conbipel è nata nel 1958 a Cocconato d’Asti (Asti) come rivenditore di capi in pelle di qualità e poi si è allargata alla produzione tessile. Conta 1.200 dipendenti in tutta Italia. L’azienda, finita in crisi, è stata rilevata nel 2007 dal fondo specializzato in turnaround aziendali Oaktree  tramite il veicolo Ocm Luxembourg Stilo Investment sarl. A vendere era stata la famiglia Massa.

Conpibel è stata assistita da Dla Piper con Antonio Lombardo, partner Finance & Restructuring, head of Finance & Coprorate; Alberto Angeloni, head of Insolvency, dallo studio Gianni & Origoni ha affiancato la società con il partner restructuring Luca Jeantet; dagli avvocati Paolo Jorio e Alberto Jorio dello studio Fujoca e, infine, dal dott. Nicolò Ranalli dello Studio Ranalli.