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La Corte rigetta il ricorso del Olificio Fratelli Punzo Srl contro l'Agenzia delle entrate


Pubblicato il: 3/30/2021

Nel procedimento la società Olificio Fratelli Punzo Srl è stata rappresentata e difesa dall'Avv.to Innocenzo Militerni,

Con sentenza n. 9281/28/2014, depositata il 27 ottobre 2014,Ia
Commissione tributaria regionale della Campania, rigettava l'appello
proposto dall'Olificio Fratelli Punzo s.r.I., in persona del legale
rappresentante pro tempore, nei confronti dell'Agenzia delle entrate,
in persona del Direttore pro tempore, avverso la sentenza n.
612/23/2013 della Commissione tributaria provinciale di Napoli che
aveva rigettato il ricorso proposto dalla suddetta società avverso
l'avviso di accertamento n. TF5030500338/2011 con il quale l'Ufficio,
previo p.v.c. dei funzionari dell'Amministrazione, aveva contestato nei
confronti di quest'ultima maggiori ricavi non dichiarati, ai fini Ires,
addizionali, Irap e Iva, oltre interessi e sanzioni, con applicazione
presuntiva di una percentuale di ricarico dell'il% sul costo del
venduto.
La CTR- nel confermare la sentenza di primo grado- in punto di
diritto, per quanto di interesse, ha osservato che:1) la rideterminazione
del maggiore reddito di impresa effettuata dall'Agenzia, non era
frutto dell'esame del solo studio di settore, per cui non era obbligatorio
lo svolgimento del contraddittorio preventivo;2) l'accertamento
dell'Ufficio- come dettagliatamente esposto nell'atto impositivo- si
basava, non solo sull'esame dello studio di settore, ma sulla
valutazione di una serie di dati, quali l'utilizzazione di un "lavoratore a
nero", la maggiore ampiezza, rispetto a quanto dichiarato, della
superficie utilizzata per l'attività di impresa, la singolarità, se non
anomalia, dei dati scaturenti dallo studio della contabilità ufficiale,
stante l'emersa incongruità del rapporto costi/ricavi, la complessiva
antieconomicità dell'impresa, l'assoluta sproporzione tra il costo delle
materie prime e il prezzo di vendita delle unità; 3) Punzo Ciro, nella
qualità di legale rappresentante della società contribuente, non aveva
in alcun modo giustificato - se non con la mera affermazione di essere
l'unico socio a profondere l'impegno concreto nell'attività di impresala suddetta palese antieconomicità.
Avverso la sentenza della CTR, l'Olificio Fratelli Punzo s.r.I., in
persona del legale rappresentante pro tempore, propone ricorso per
cassazione, affidato a due motivi, cui resiste l'Agenzia delle entrate con
"atto di costituzione".
La causa fissata originariamente in camera di consiglio, all'udienza
del 25 giugno 2019, veniva - previo il deposito da parte della società
contribuente di memoria illustrativa-rinviata a nuovo ruolo per la
trattazione in pubblica udienza.
La Corte rigetta il ricorso e condanna la società ricorrente al pagamento
in favore dell'Agenzia delle entrate, in persona del Direttore pro
tempore delle spese del giudizio di legittimità che si liquidano in euro
2.200,00 per compensi, oltre spese prenotate a debito. 

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