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Etra vince contro il Fisco per il classamento del depuratore


Pubblicato il: 11/1/2021

É stata la prima sezione della Commissione Tributaria Regionale del Veneto, presieduta dal giudice Aldo Celentano, a riconoscere le ragioni di Etra s.p.a. contro le pretese del Fisco. Nel contenzioso tributario la società è stata assistita dalla commercialista vicentina Mara Pilla.

L’Agenzia delle Entrate aveva contestato ad Etra il classamento e la relativa rendita catastale di una unità immobiliare costituita da un impianto di depurazione nel Comune di Carmignano di Brenta.

Secondo il Fisco l’accatastamento corretto era quello tipico di un impianto industriale D/1, mentre secondo la società contribuente si trattava della categoria residuale E/9, tipica per le costruzioni ad uso pubblico o di interesse collettivo.

In primo grado la Commissione Tributaria Provinciale di Padova aveva accolto il ricorso della società contribuente. 

Una decisione che era stata impugnata dall’Agenzia delle Entrate secondo cui il depuratore è sì demaniale, ma viene “utilizzato per fornire un bene economico (acqua potabile)”, mentre la difesa di Etra ne aveva rilevato la funzionalità rispetto alle “reti del pubblico acquedotto”.

La Commissione Tributaria Regionale del Veneto ha accolto le tesi della difesa di Etra e respinto l’appello, dichiarando non fondata la pretesa del Fisco che aveva invocato “un certo carattere di imprenditorialità dell'attività svolta nell'acquedotto per il motivo che l'acqua è un bene economico fornito in cambio di un corrispettivo”. Secondo il giudice, infatti, “questa eccezione non appare fondata perché le tariffe applicate per la fornitura dell'acqua agli utenti,hanno la finalità di consentire esclusivamente la copertura dei costi e non di generare un guadagno”.

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