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Etra vince contro il fisco per l'impianto di compostaggio


Pubblicato il: 10/10/2021

É stata la prima sezione della Commissione Tributaria Regionale del Veneto, presieduta dal giudice Aldo Celentano, a riconoscere le ragioni di Etra s.p.a. contro le pretese del Fisco. Nel contenzioso tributario la società è stata assistita dalla commercialista vicentina Mara Pilla.

L’Agenzia delle Entrate aveva contestato ad Etra il classamento e la relativa rendita catastale di una unità immobiliare costituita da un impianto di compostaggio nel Comune di Vigonza.

Secondo il Fisco l’accatastamento corretto era quello tipico di un impianto industriale D/7, mentre secondo la società contribuente si trattava della categoria residuale E/9, tipica per le costruzioni ad uso pubblico o di interesse collettivo.

In primo grado la Commissione Tributaria Provinciale di Padova aveva accolto il ricorso della società contribuente. 

Una decisione che era stata impugnata dall’Agenzia delle Entrate secondo cui “l'unità immobiliare in questione è stata progettata e costruita per produrre su scala industriale un fertilizzante organico”, mentre la difesa di Etra aveva rilevato che “l'impianto di compostaggio è funzionale all'impianto di depurazione e, dunque, è realizzato per la distribuzione dell'acqua potabile all'utenza attraverso le reti del pubblico acquedotto”; in sostanza, fa presente che non si potrebbe procedere alla distribuzione dell'acqua potabile senza depurare i reflui e quindi trattare i fanghi di risulta.

La Commissione Tributaria Regionale del Veneto ha accolto le tesi della difesa di Etra e respinto l’appello, dichiarando non fondata la pretesa del Fisco che aveva invocato “un certo carattere di imprenditorialità” dell’attività svolta dalla società. Secondo il giudice, infatti, “questi immobili non sono in grado di esplicare un'autonoma funzione che prescinda dall'acquedotto”.

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