La Corte dichiara inammissibile il ricorso di Cernuschi Andrea
Pubblicato il: 2/12/2021
Nel procedimento Cernuschi Andrea è stato rappresentato e difeso dall'Avv.to Villa Attilio Carlo.
Con sentenza in data 11 giugno 2019, la Corte d'appello di Brescia ha rigettato l'istanza di revisione avanzata da Andrea Cernuschi in relazione alla condanna emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Monza il 28 aprile 2014 (parzialmente riformata dalla Corte bresciana il 29 giugno 2015, con pronunzia divenuta irrevocabile) per i reati di frode fiscale continuata mediante indicazione, nelle dichiarazioni annuali a fini dell'IVA, di fatture relative ad operazioni oggettivamente inesistenti relative agli anni 2007 e 2008.
Ne derivava una forma di "circolarità" delle operazioni e del transito apparente delle merci dalla Tecnotel, alla Evercom, alla Ingegner Bosia, alle società romane e, infine (almeno in parte) di nuovo alla Tecnotel. Il meccanismo, apparentemente lecito, consentiva in realtà a Tecnotel ed Evercom (società facenti capo ai medesimi soggetti e allo stesso centro d'interessi) di compensare VIVA, di maturare tramite Evercom un notevole credito d'imposta e, allo stesso tempo, di mantenersi competitivi sul mercato della telefonia. Tuttavia, mentre il Cernuschi (come pure il Polidoro) veniva condannato in via definitiva, all'esito del diverso procedimento n. 3173/15 del Tribunale di Monza, il Polidori - che rispondeva di analoga imputazione veniva assolto con la formula "perché il fatto non costituisce reato", non essendo emerse prove sufficienti per affermarne la penale responsabilità. 2. In relazione a tale difforme esito processuale di analoga vicenda sottostante il Cernuschi aveva proposto istanza di revisione, ritenendo sussistente un contrasto di giudicati per inconciliabilità tra la condanna del Cernuschi e l'assoluzione del Polidoro.
Avverso la prefata sentenza ricorre il Cernuschi. Due i motivi di lagnanza.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.