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Fenice S.p.a. perde in Cassazione contro l'Agenzia delle entrate


Pubblicato il: 12/8/2021

Nel procedimento la Fenice S.p.a. è stata rappresentata e difesa dagli avvocati Angelo Stefanori e Guglielmo Castaldo.

Emerge dagli atti che la dichiarazione annuale iva 2009, presentata dalla s.p.a. Fenice in liquidazione in bonís, evidenziava un importo a debito, da versare entro il 16 gennaio 2009, e che, invece, non è stato pagato entro quella scadenza. Nel marzo successivo la contribuente ha presentato domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo e in ottobre la società, per mezzo del proprio liquidatore, ha corrisposto della sola imposta, senza sanzioni, né interessi. Ne sono seguite dapprima la notificazione di avvisi d'irregolarità per ritardato versamento d'imposta, con la richiesta di pagamento delle sanzioni e degli interessi maturati e, poi, nel 2012, la notificazione di una cartella di pagamento concernente appunto le sanzioni e gli interessi. La società ha impugnato la cartella, ottenendone l'annullamento dalla Commissione tributaria provinciale di Perugia.

Contro questa sentenza propone ricorso l'Agenzia delle entrate per ottenerne la cassazione, che affida a un unico motivo, cui il curatore del fallimento della società risponde con controricorso.

La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese, alla Commissione tributaria regionale dell'Umbria in diversa composizione.