AGCM chiude il procedimento sugli accordi di accesso all’infrastruttura di FiberCop
Pubblicato il: 3/1/2022
Nel procedimento Cleary Gottlieb e Gianni & Origoni hanno assistito Telecom Italia, mentre lo studio Chiomenti ha agito al fianco di KKR, MCS studio legale per Fastweb e RLaw per Tiscali.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso il procedimento relativo agli accordi di accesso all’infrastruttura di FiberCop accettando gli impegni proposti da TIM, Fastweb, Tiscali e dalle società del fondo KKR. L’istruttoria era stata avviata il 15 dicembre 2020 per la presenza di numerosi problemi concorrenziali degli accordi relativi a FiberCop. In particolare, si sarebbe ridotta la concorrenza nei mercati all’ingrosso delle telecomunicazioni fisse senza determinare una reale infrastrutturazione degli operatori alternativi che avrebbero assunto - in ragione delle caratteristiche del progetto, relativo alla sola rete secondaria - il ruolo di meri rivenditori di servizi di TIM, senza alcuna differenziazione qualitativa o economica significativa.
Il procedimento ha riguardato aspetti molto complessi della rete e l’Autorità ha orientato la propria azione bilanciando i benefici in termini di condivisione di investimenti con i rischi di restrizioni della concorrenza. Secondo l’Antitrust la concorrenza infrastrutturale, la pluralità di reti e di fornitori all’ingrosso e al dettaglio in concorrenza è un elemento imprescindibile nel mercato delle telecomunicazioni, guidato dalla logica della scala degli investimenti. L’indipendenza infrastrutturale si traduce, infatti, in migliori servizi - come profili di velocità maggiori e differenti rispetto agli standard regolati -, in maggiori efficienze economiche della rete che conducono a vantaggi per gli operatori di telecomunicazioni e a benefici per i consumatori. In grandi aree del territorio nazionale la domanda di servizi di comunicazione permette la compresenza di più reti di telecomunicazione fissa, già terminate o in corso di ultimazione. La condivisione di alcuni costi di investimento permetterà di ampliare il novero delle aree in cui potrà esistere una concorrenza di natura infrastrutturale.
Nel complesso, gli impegni accolti dall’Autorità si basano su due pilastri, che consistono nel ridurre le barriere all’acquisizione dei clienti, ovvero gli operatori di telecomunicazione, nel mercato all’ingrosso delle telecomunicazioni fisse, favorendo una piena concorrenza infrastrutturale e nel favorire l’infrastrutturazione tramite la riduzione dei relativi costi e l’individuazione di stringenti scadenze temporali e obiettivi di copertura. Quanto al primo pilastro, gli impegni permettono di diminuire i rischi di preclusione della domanda di servizi di telecomunicazione all’ingrosso da parte degli operatori di telecomunicazione, riducendo i minimi garantiti e la scala geografica di adesione al progetto (da nazionale a comunale o sub-comunale) e introducendo profili di adesione al progetto FiberCop basati su diritti di lungo periodo, senza minimi garantiti. Sul fronte degli investimenti, TIM ha fornito un cronoprogramma certo e definito del piano di infrastrutturazione e si è impegnata a dare, insieme a FiberCop, informazioni idonee alla pianificazione degli investimenti da parte degli operatori alternativi. Inoltre TIM faciliterà l’infrastrutturazione degli operatori alternativi offrendo loro la fibra spenta in rete primaria, riducendone quindi i costi e le tempistiche di infrastrutturazione. Sempre dal punto di vista dell’infrastrutturazione, Fastweb si è impegnata ad effettuare un percorso fino al 2026, così da accedere ai servizi di FiberCop in qualità di operatore effettivamente indipendente da TIM e Tiscali ha modificato e/o risolto alcuni contratti che non determinavano alcuna infrastrutturazione, limitando allo stesso tempo la contendibilità della fornitura all’ingrosso.
Un ulteriore importante obiettivo che l’Autorità intende conseguire è dato dall’effettiva esecuzione degli impegni. Al riguardo si prevede un articolato sistema di monitoraggio e di vigilanza sull’adempimento degli obblighi assunti e sul puntuale rispetto degli obiettivi di copertura. Una prima verifica avverrà entro sessanta giorni. In conclusione, l’Autorità ha ritenuto gli impegni sufficienti a rimuovere le preoccupazioni anticoncorrenziali evidenziate nel provvedimento di avvio e ha considerato che, anche alla luce delle finalità poste alla base della strategia italiana per la banda ultra-larga, il provvedimento adottato, preservando e incentivando la concorrenza infrastrutturale, sia funzionale al conseguimento - entro il 2026 - dei più generali obiettivi di connettività a 1 Gbit/secondo sull’intero territorio nazionale.
Il team di Telecom Italia, composto da Giovanni Moglia, Maurizio Silvano e Vittoria Filocamo, è stato assistito da Cleary Gottlieb, con Mario Siragusa e Cesare Rizza, e dallo studio Gianni & Origoni con Piero Fattori e Salvatore Spagnuolo.
La difesa di FiberCop è stata assicurata dal general counsel Giovanni Venditti.
Cristoforo Osti e Patrick Actis Perinetto di Chiomenti hanno agito al fianco di KKR, Stefano Calabretta di MCS studio legale per Fastweb e Nicola Infante di RLaw per Tiscali.
Studi Coinvolti
Professionisti Attivi
Patrick Actis Perinetto - Chiomenti
Cristoforo Osti - Chiomenti
Giulio Cesare Rizza - Cleary Gottlieb Steen & Hamilton
Mario Siragusa - Cleary Gottlieb Steen & Hamilton
Piero Fattori - Gianni & Origoni
Salvatore Spagnuolo - Gianni & Origoni
Nicola Infante - RLaw - Studio Legale Regulatory Law Firm