Il Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato dal Cartiera di Ferrara S.p.A.
Pubblicato il: 9/6/2022
Cartiera di Ferrara S.p.A. è stata rappresentata dagli Avv.ti Federico Peres ed Alessandro Kiniger; l’ARPAE- Agenzia prevenzione ambiente ed energia Emilia-Romagna è stata rappresentata dagli Avv.ti Giovanni Fantini e Patrizia Onorato.
La ricorrente appellante è un’impresa del settore, che gestisce a Ferrara, un impianto nel quale produce cartone in fogli nonché tubi ed anime di cartone utilizzando come materia prima la carta da macero; l’impianto si estende per 78.000 metri quadri, di cui 28.200 di superficie coperta ed ha una capacità produttiva massima di 400 tonnellate/giorno e 120.000 tonnellate/anno. Lo stabilimento per cui è causa utilizza nel ciclo produttivo ingenti quantità di acqua, dato che la lavorazione della materia prima – come si è detto, carta da macero- prevede il suo “spappolamento” appunto in acqua addizionata con vari prodotti chimici, allo scopo di ottenere la pasta di carta con cui si produce il cartone; di conseguenza, lo stabilimento stesso genera una corrispondente quantità di reflui che, come si evidenzia per migliore comprensione, è stata pari a 524.000 metri cubi nel solo 2017. Come è evidente, e del tutto incontroverso in causa, lo scarico in pubblica fognatura comporta per l’impresa un costo specifico, corrispondente al relativo canone di depurazione che essa è tenuta a corrispondere alla Hera S.p.a. Allo scopo dichiarato di contenere i costi di gestione e in particolare di conseguire un risparmio di circa 450.000 euro all’anno
La società ha quindi predisposto un “progetto preliminare di potenziamento dell’impianto di depurazione” , con le caratteristiche che ora si riassumono per quanto necessario alla comprensione dei fatti di causa. Il canale Boicelli è un canale artificiale che “collega il fiume Po al sistema Po di Volano – Canale di Burana; il collegamento con il Po avviene tramite una conca di navigazione, e pertanto non vi è collegamento idraulico stabile tra i due corpi d’acqua. Il Canale non è quindi sede di corrente naturale: viene alimentato dalle sporadiche concate del manufatto finale (non sono disponibili dati affidabili) e da tre immissioni gestite dal Consorzio di bonifica pianura di Ferrara: lo scaricatore di piena del canale cittadino; lo scaricatore di piena del Canal Bianco; l’impianto di sollevamento presso la conca di Pontelagoscuro”, Come si comprende immediatamente, questa modifica dell’impianto consente di “saltare” l’immissione nella fognatura pubblica e di risparmiare di conseguenza il costo rappresentato dal relativo canone di depurazione. Di conseguenza, i reflui sarebbero trattati non più da due impianti di depurazione, quello aziendale e quello pubblico della Hera S.p.a., ma dal solo depuratore aziendale, che si assume potenziato in modo tale da non cambiare il risultato finale di depurazione. Le altre caratteristiche del progetto che potrebbero allora rilevare ai sensi delle BAT di settore, come si è detto esponendo il contenuto del provvedimento, sono costituite dalla possibilità di risparmiare parte dell’acqua – notoriamente risorsa scarsa- utilizzata nel processo produttivo. Il provvedimento impugnato ritiene però che il risparmio realizzato sia insufficiente, ancora una volta argomentando da dati forniti dal gestore.
In conclusione, l’appello va respinto, perché nessuno dei motivi di appello, così come si sono illustrati, contiene deduzioni idonee a superare la motivazione del diniego come contenuta nel provvedimento impugnato e sopra riportata.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), definitivamente pronunciando sull’appello come in epigrafe proposto, lo respinge.
Condanna la ricorrente appellante a rifondere all’amministrazione intimata appellata le spese di questo grado di giudizio, spese che liquida in Euro10.000 (diecimila/00), oltre rimborso spese forfetario ed accessori di legge, se dovuti.