Respinto il ricorso di Luxury Goods Italia
Pubblicato il: 12/29/2022
Nel contenzioso, Luxury Goods Italia S.p.A. è affiancata dagli avvocati Vittorio Bechi e Stefano Chiti.
Con sentenza in data 16 luglio 2018, la Corte d’appello di Roma ha respinto il reclamo proposto da Luxury Goods Italia S.p.A. avverso la decisione del locale Tribunale che, riformando l’ordinanza emessa in data 5 aprile 2017, aveva dichiarato illegittimo, ai sensi dell’art. 18, comma 4, il licenziamento intimato dalla società reclamante a Barbara Giancola con missiva del 21 settembre 2019, con condanna della datrice alla reintegrazione della dipendente nel posto di lavoro precedentemente occupato, nonché alla corresponsione della retribuzione globale di fatto nel frattempo maturata in misura non superiore a 12 mensilità, oltre al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali.
In particolare, il Tribunale, che nella fase sommaria, esclusa la natura discriminatoria del recesso datoriale, aveva dichiarato l’illegittimità del licenziamento per violazione dell’obbligo di repêchage da parte della Luxury Goods Italia S.p.A., in seguito all’opposizione proposta dalla lavoratrice, con sentenza n. 2968 del 2018, in riforma della mentovata ordinanza, aveva ritenuto l’illegittimità del licenziamento per manifesta insussistenza del nesso causale tra le esigenze organizzative manifestate dall’azienda quale motivazione del recesso ed il provvedimento espulsivo.
La Corte, condividendo l’iter argomentativo del Tribunale, ha ritenuto il difetto delle ragioni poste a sostegno del recesso datoriale e, pertanto, del nesso di causalità tra la ragione indicata - consistente nella asserita ma non configurabile riorganizzazione del punto vendita di via Borgognona - ed il licenziamento intimato.
Per la cassazione della sentenza propone ricorso assistito da memoria la Luxury Goods Italia S.p.A., affidandolo a tre motivi.
La Corte respinge il ricorso. Condanna la parte ricorrente alla rifusione, in favore della parte controricorrente, delle spese di lite, che liquida in complessivi euro 5000,00 per compensi e 200,00 per esborsi, oltre spese generali al 15% e accessori di legge.