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Respinto l'appello di Roma Invest per l'autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande


Pubblicato il: 6/6/2023

Nel procedimento, Roma Invest RE S.r.l. è affiancata dagli avvocati Giovanni Pascone e Francesco Mangazzo.

Con determinazione dirigenziale n. 282 del 5 febbraio 2008 il Municipio I di Roma autorizzava il trasferimento di sede dell’autorizzazione amministrativa alla somministrazione di alimenti e bevande dai locali di via Prassede n. 9/C a via San Martino dei Monti, n. 27 in favore della società T.F.E. Enterprise di Bottigliero G&C s.n.c..

La società Roma Invest R.E. S.r.l. (di seguito “Roma Invest”), interessata all’acquisto di tale esercizio commerciale al fine di trasferirlo nei locali siti in Piazza Madonna ai Monti nn. 11/12, angolo via dei Serpenti n. 13, chiedeva all’Amministrazione comunale parere preventivo su tale possibile trasferimento e in data 1 giugno 2010 comunicava al Municipio il proprio subingresso nella detta attività di somministrazione al pubblico, presentando anche, sulla scorta del riferito parere, una dichiarazione di inizio attività per trasferimento nei locali sopra indicati, nonché ulteriore denuncia di inizio attività per il settore alimentare.

Con determinazione dirigenziale n. 50 del 12 gennaio 2011 il Municipio ordinava però la immediata cessazione dell’attività intrapresa da parte della società.

Avverso tale provvedimento di cessazione dell’attività, la società Roma Invest ricorreva in giustizia dinanzi al Tribunale amministrativo per il Lazio.

Il Tribunale amministrativo, previa ricostruzione dei passaggi e delle vicende che avevano interessato nel tempo i locali in questione e le attività per le quali era stata chiesta l’autorizzazione al trasferimento di sede, ha dichiarato improcedibile il ricorso, accogliendo l’eccezione sollevata dall’amministrazione resistente, in quanto “una volta cessata l’attività irregolarmente condotta dalla ricorrente ed essendovisi insediata nuova attività, l’eventuale accoglimento del gravame non consentirebbe alla stessa di riattivare l’esercizio che è stato chiuso e poi ex novo riaperto (e, in atto, condotto) da altre ditte per lo svolgimento di attività commerciali diverse da quella di somministrazione”.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), definitivamente pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo respinge.