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Inammissibile il ricorso avanzato da Saccoio contro Poste Italiane


Pubblicato il: 3/8/2023

Nel contenzioso, Roberta Saccoio è affiancata dall'avvocato Gianni Emilio Iacobelli; Poste Italiane S.p.A. è difesa dall'avvocato Giuseppe Consolo.

La Corte d’Appello di Roma, con la sentenza impugnata, ha confermato la pronuncia di primo grado con cui era stato respinto il ricorso di Roberta Saccoio volto a far accertare l’inadempimento di Poste Italiane Spa agli accordi intrapresi in virtù del verbale di conciliazione sottoscritto tra le parti nonché dichiarare l’illegittimità dell’atto risolutivo e del patto di prova, con condanna della società alla riammissione in servizio della lavoratrice e al risarcimento del danno, ovvero, in ogni caso, all’accertamento del diritto alla costituzione del rapporto di lavoro presso la sede di Napoli.

La Corte, in estrema sintesi, ha ritenuto che il verbale di accordo intervenuto tra le parti non riconoscesse automaticamente un diritto all’assunzione della lavoratrice, “ma solo l’obbligo di attingere all’apposita graduatoria in occasione del determinarsi di una possibilità di assunzione” e “in nessun caso l’accordo conferiva al lavoratore il diritto alla destinazione alla medesima sede ove aveva lavorato in occasione dei precedenti contratti a termine, ovvero a sede limitrofa”; la Corte ha, poi, considerato la legittimità della “condizione relativa all’idoneità alla guida”, in quanto non dipendente solo dalla volontà dell’azienda ma da una valutazione tecnica affidata ad un esame; ha respinto le istanze risarcitorie in quanto connesse ad un inadempimento contrattuale non riscontrato nella condotta della società.

Per la cassazione di tale sentenza ha proposto ricorso la soccombente con tredici motivi; ha resistito con controricorso l’intimata società.

La Corte dichiara inammissibile il ricorso e condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese liquidate in euro 5.000,00, oltre euro 200,00 per esborsi, accessori secondo legge e rimborso spese generali al 15%.

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