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La Cassazione si pronuncia sul ricorso della BCC di Roma


Pubblicato il: 8/10/2023

Nel contenzioso, Banca di Credito Cooperativo di Roma è affiancata dagli avvocati Paolo Puri, Nicola Lucariello ed Alberto Mura.

Con la sentenza impugnata la Commissione tributaria regionale del Lazio, quale giudice del rinvio in seguito alla sentenza di questa Corte n. 5900/2017, che aveva cassato la sentenza n. 41/2010 della medesima Commissione tributaria regionale che aveva declinato la giurisdizione in ordine alla domanda della Banca di Credito Cooperativo di Roma (incorporante della Banca della Tuscia Credito Cooperativo s.c.p.a.) di risarcimento del danno da svalutazione monetaria per ritardato rimborso di crediti di imposta in relazione alle dichiarazioni fiscali per gli anni dal 1987 al 1993, respingeva l’appello proposto dalla società contribuente avverso la sentenza n. 215/5/2007 della Commissione tributaria provinciale di Viterbo, che ne aveva invece respinto detta domanda.

La CTR osservava in particolare che, disattesa l’eccezione di inammissibilità della questione sulle modalità di calcolo posta in sede di rinvio dall’agenzia fiscale, riteneva fondata la prospettazione della medesima relativamente a tale questione, affermando quindi che unico criterio valido per la liquidazione del quantum risarcitorio era quello del rendimento dei titoli di stato, non avendo comunque l’istituto di credito dato giudizialmente la prova di un maggior danno.

Avverso tale decisione ha proposto ricorso la società contribuente deducendo tre motivi, poi illustrati con una memoria. Resiste con controricorso l’Agenzia delle entrate.

La Corte accoglie il terzo motivo del ricorso, rigetta il primo motivo, dichiara assorbito il secondo motivo, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Lazio, in diversa composizione anche per le spese del presente giudizio.