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Respinto il ricorso di Immobilmec contro Roma Capitale


Pubblicato il: 10/24/2023

Nella vertenza, Immobilmec S.r.l. è affiancata dagli avvocati Lara Dentici e Massimo Mellaro; Roma Capitale è assistita da Giorgio Pasquali.

La Immobilmec s.r.l., concessionaria dal Comune di Roma (allora così denominato) in virtù di atto in data 30 gennaio 2006 di un’area adiacente la stazione ferroviaria di Roma Ostiense, situata tra piazza Giovanni Da Verazzano e piazzale 12 ottobre 1942, da adibire a parcheggio e autolavaggio di mezzi di trasporto, con scadenza al 31 dicembre 2008, ha impugnato nel presente giudizio la nota di Roma Capitale in data 14 maggio 2018, con cui sulla base dell’allegata perizia di stima del valore dell’area il canone è stato rideterminato in € 233.930 annui a decorrere dal mese di maggio 2018, rispetto all’originario ammontare di € 15.000.

L’impugnazione, diretta a sostenere che la rideterminazione del canone non avrebbe potuto avvenire in via unilaterale, perché adottata nell’ambito di un rapporto di locazione di natura civilistica, oltre che a dedurre l’erroneità stima, è stata proposta davanti al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio - sede di Roma, che con la sentenza indicata in epigrafe la ha respinta in parte, mentre per il resto ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo a favore del giudice ordinario.

La pronuncia oggetto del presente appello ha statuito innanzitutto che l’area, gravata da un vincolo di destinazione per la realizzazione di un’opera di pubblica utilità, appartiene al patrimonio indisponibile di Roma Capitale. Ha quindi ricavato il corollario per cui il rapporto intercorrente fra le parti è qualificabile come concessione amministrativa, ormai scaduta.

Per la riforma della sentenza di primo grado la società originaria ricorrente ha proposto il presente appello, al quale resiste Roma Capitale.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Settima), definitivamente pronunciando sull’appello, come in epigrafe proposto, lo respinge e, per l’effetto, conferma la sentenza di primo grado, con diversa motivazione.