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La Cassazione ribadisce la legittimità delle operazioni del Gruppo PAM


Pubblicato il: 12/30/2022

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate contro il Gruppo PAM s.p.a. e GECOS s.p.a., quest'ultima agendo in qualità di consolidante ai fini IRES della prima, ribadendo la legalità delle operazioni effettuate dalle società coinvolte e ponendo fine a una lunga disputa legale riguardante presunte frodi carosello.

Gecos e Gruppo Pam sono state assistitite nei vari gradi di giudizio dal team di avvocati: Loris Tosi, Antonio Franchini con il dottore commercialista Antonio Viotto, e con gli avvocati Andrea Manzini e Roberto Tieghi.

Il nucleo della controversia risiede nelle operazioni di acquisto e vendita di cellulari intraprese dal Gruppo PAM tra il 2003 e il 2007, che secondo l'Agenzia delle Entrate nascondevano frodi carosello con l'implicazione di fornitori quali I Dogi e Alinghi Trade. Queste operazioni furono oggetto di accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate, che emise avvisi di accertamento per recuperare imposte evase ai fini IRES, IRAP e IVA.

La C.T.P. di Venezia inizialmente rigettò i ricorsi presentati da PAM e GECOS, sostenendo la responsabilità delle società nelle frodi. Tuttavia, questa decisione fu ribaltata dalla C.T.R. per il Veneto, che dichiarò l'illegittimità degli atti impugnati e condannò l'Ufficio alla rifusione delle spese del giudizio.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, sostenendo che non furono fornite prove sufficienti che dimostrassero la consapevole partecipazione di PAM e GECOS a meccanismi fraudolenti. La Corte ha sottolineato la mancanza di evidenze che i beni o servizi fossero utilizzati per operazioni oggettivamente inesistenti e ha evidenziato l'assenza di colpa da parte di PAM nell'aver partecipato a tali operazioni.

Questa sentenza riafferma l'importanza della prova concreta nell'accertamento di frodi fiscali, evidenziando le sfide che le autorità fiscali devono affrontare nel dimostrare la conoscenza o la partecipazione consapevole a frodi da parte delle imprese. Inoltre, sottolinea la necessità per le aziende di mantenere una diligente documentazione delle loro operazioni commerciali e dei controlli interni per prevenire accuse infondate.