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Accolto il ricorso di Betflag S.p.A. relativo ai contributi per il Fondo di rilancio del sistema sportivo nazionale


Pubblicato il: 6/19/2024

Nel contenzioso, Betflag S.p.A. è affiancata dagli avvocati Stefano Vinti, Chiara Carosi e Vincenzo Barrasso.

La società ricorrente, in qualità di concessionaria della raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere, ha appellato la sentenza in epigrafe, con cui il Tar del Lazio – Sede di Roma- ha respinto il suo ricorso per l’annullamento della determinazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, relativa ai versamenti delle somme destinate ad alimentare il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale, calcolate in applicazione dei criteri esposti in detta Determinazione Direttoriale, nonché delle singole note con le quali la medesima Agenzia aveva comunicato le rinnovate quantificazioni degli importi aggiuntivi dovuti a titolo di versamento dell'importo dello 0,5 per cento della raccolta delle scommesse di cui all'art. 217, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.

In particolare, l’effetto lesivo per la società ricorrente derivava dal fatto di essere considerata soggetto passivo dell’imposta indiretta nella percentuale dello 0,5% sulle complessive entrate derivanti dalla raccolta delle scommesse per il periodo di riferimento, anziché fino alle sole soglie massime previste per il finanziamento del Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale (40 milioni di euro per l'anno 2020 e 50 milioni di euro per l'anno 2021), come avrebbe invece potuto e dovuto evincersi dalla suddetta normativa legislativa.

Il ricorso veniva affidato a plurime censure di violazione di legge e di eccesso di potere.

Il Tar del Lazio adito ha esaminato e respinto partitamente tutte le censure proposte, motivando anche in ordine alla insussistenza delle condizioni per adire le Corti superiori con le prospettate questioni pregiudiziali, tuttavia compensando le spese del giudizio.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno resistito al gravame, insistendo ancora sulla legittimità del proprio operato e sulla conseguente necessità di confermare la sentenza di primo grado.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Settima), definitivamente pronunciando sull’appello, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, di conseguenza, in riforma dell’impugnata sentenza, accoglie il ricorso di primo grado e annulla gli atti impugnati.