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La Corte Tributaria del Veneto accoglie il ricorso di Rubelli Spa: annullati gli accertamenti fiscali


Pubblicato il: 2/12/2024

Una vittoria significativa per la Rubelli Spa, azienda veneta leader nel settore tessile, che ha visto accogliere il proprio ricorso dalla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Veneto. La sentenza, pronunciata oggi, ha annullato gli avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate per gli anni d’imposta 2003 e 2004, relativi a presunti redditi non dichiarati per un totale di 222.775 euro. Rubelli s.p.a. è stata assistita da GBA Studio Legale Tributario con l'avvocato Massimiliano Leonetti e il dottore commercialista Marco De Marchis e Guido Gasparini Berlingieri.

La vicenda trae origine da un contenzioso legato all’applicazione delle regole fiscali sulla tassazione dei dividendi percepiti da società italiane con partecipazioni in controllate estere, in questo caso una società figlia residente in Francia. La Corte di Cassazione aveva precedentemente cassato con rinvio una sentenza del 2013, ordinando un riesame della compatibilità tra il regime fiscale italiano e quello previsto dalla Convenzione Italia-Francia contro le doppie imposizioni.

Il nodo del contenzioso

Al centro della controversia vi era la coesistenza di due meccanismi fiscali: il regime del credito d'imposta francese ("avoir fiscal") e la deduzione prevista dall’articolo 96 bis del TUIR italiano, in vigore all’epoca. La Corte di Giustizia Tributaria ha confermato che i due regimi non sono incompatibili, purché venga effettuata una verifica concreta dell’effettiva tassazione dei dividendi in Italia e Francia, nel rispetto dei principi di neutralità fiscale.

Secondo la Corte, l’Agenzia delle Entrate aveva erroneamente negato a Rubelli Spa l’applicazione della deduzione prevista dal regime italiano, basandosi sull’errata premessa che la fruizione dell’"avoir fiscal" in Francia fosse incompatibile con il sistema nazionale. I giudici hanno accolto le prove fornite dalla società, che dimostrano come sia stata correttamente applicata una ritenuta del 5% sui dividendi sia in Francia sia in Italia, conformemente alla Convenzione bilaterale.

La Corte ha quindi annullato gli avvisi di accertamento relativi al recupero di 222.775 euro per l’anno 2003 e al conseguente utilizzo di tale perdita fiscale nel 2004. Ha inoltre condannato l’Agenzia delle Entrate al pagamento delle spese processuali, quantificate in 11.000 euro complessivi, oltre agli accessori di legge.