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La Cassazione revoca gli arresti domiciliari per l'imprenditore accusato di turbativa d'asta


Pubblicato il: 1/22/2025

Nella vertenza, l'avvocato Luca Ponti di Ponti & Partners ha affiancato l'imprenditore.

La Corte di Cassazione (sez. VI penale) ha disposto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari per l’imprenditore Marco Rossini, accusato di turbativa d’asta. I giudici di legittimità hanno infatti accolto il ricorso e annullato senza rinvio il provvedimento con cui il Tribunale del riesame di Venezia aveva riformato in senso peggiorativo la precedente pronuncia del GIP, favorevole a Rossini.

L’imprenditore era finito sotto inchiesta con l’accusa di aver turbato, tra marzo e settembre del 2023, la gara per l’affidamento quadriennale dei servizi di pulizia di edifici, depositi, officine e mezzi navali e terrestri di Avm (società partecipata dal Comune di Venezia), in ipotesi d’accusa chiedendo attraverso l’assessore comunale Boraso, parimenti indagato, la modifica di alcuni requisiti di partecipazione affinché fosse agevolata la società Open Service, di cui era il riferimento.

Dopo la notifica del provvedimento cautelare inizialmente disposto nei suoi confronti (15 luglio 2024), oggetto di un primo riesame con esito sfavorevole autonomamente impugnato per Cassazione (e poi superato dal secondo), Rossini si era dimesso dalle sue cariche in Open Service; il Gip(agosto 2024) aveva quindi sostituito la misura degli arresti domiciliari con quella del divieto di esercizio di attività imprenditoriali e del divieto di contrattare con la Pubblica amministrazione, ma tale provvedimento era stato impugnato dalla Procura, che aveva insistito per l’applicazione degli arresti domiciliari.

Il Tribunale del Riesame, pronunciandosi sull’appello del Pubblico Ministero, lo aveva accolto con provvedimento del 14 ottobre 2024, disponendo nuovamente gli arresti domiciliari; quest’ultimo provvedimento è dunque quello sulla quale la Suprema Corte si è da ultimo pronunciata.

Nel ricorso per cassazione, l’avvocato Ponti aveva evidenziato l’insussistenza dei presupposti per ritenere possibile, dopo le dimissioni di Rossini dalle sue cariche in Open Service, la possibilità di reiterazione dei reati in contestazione, nonché l’illogicità sotto diversi profili della motivazione del Tribunale del riesame, che si era limitato a valutazioni astratte e non riferite ai concreti elementi che connotavano la vicenda specifica.

L’annullamento senza rinvio preclude dunque l’applicazione delle misure cautelari a carico di Rossini che ora, nuovamente libero, potrà attendere l’ulteriore corso del procedimento.

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