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Il Tribunale Penale di Ancona condanna due trafficanti di cactus protetti


Pubblicato il: 2/24/2025

DLA Piper ha fornito assistenza pro bono all'International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN), rappresentando altresì in giudizio l’Associazione per la Biodiversità e la sua Conservazione (ABC), che ha partecipato al processo come parte civile.

Il Tribunale Penale di Ancona ha condannato in primo grado due cittadini italiani per la detenzione e il commercio illegale di oltre 1000 piante succulente rare e protette, in larga parte provenienti dall’America Latina e appartenenti alla specie Copiapoa, originaria del deserto di Atacama, in Cile.

L’indagine, che era stata avviata nel 2020 dai Carabinieri del Raggruppamento Cites Di Ancona, ha portato alla luce un traffico illecito internazionale di piante rare per un giro d’affari stimato in oltre 1 milione di euro.

Il giudice ha condannato i due imputati, rispettivamente, a 18 mesi di arresto e 25.000 euro di ammenda, ed a 12 mesi di arresto e 18.000 euro di ammenda, oltre alle spese legali, con pena sospesa condizionata al versamento ad ABC della somma di 20.000 euro, stabilita a titolo di risarcimento del danno, entro 60 giorni dal deposito della sentenza. I due imputati sono stati altresì condannati al pagamento delle spese legali per euro 4.500.

Quanto al risarcimento del danno, sin dalla costituzione di parte civile, ABC ha dichiarato di voler direttamente impiegare le somme che saranno ricevute per sostenere attività finalizzate alla conservazione dei cactus in natura in Cile, per promuovere campagne di sensibilizzazione sull'importanza dei cactus del genere Copiapoa e per sviluppare progetti di reintroduzione delle piante in natura.

Il team legale di DLA Piper, guidato dalla partner Raffaella Quintana e composto dagli avvocati Federico Lucariello, Ornella Belfiori e Francesca Cannata, nonché dai trainee Maria Chiara Panichi e Matteo Nicolì, ha ottenuto una vittoria molto significativa in favore della protezione della natura: la sentenza non solo ha riconosciuto la penale responsabilità dei soggetti coinvolti, ma ha anche ribadito il ruolo centrale dell’associazione, condannando entrambi gli imputati al risarcimento del danno in favore della parte civile.