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Respinto il ricorso di Accademia S.r.l. per l'apertura di un nuovo albergo nel centro storico di Verona


Pubblicato il: 3/18/2025

Nel contenzioso, Accademia S.r.l. è affiancata dall'avvocato Riccardo Ruffo; il Comune di Verona è assistito dagli avvocati Giovanni Michelon e Fulvia Squadroni; Dea Capital Real Estate SGR S.p.A. è difesa dagli avvocati Giuseppe Abbruzzese, Filippo Pacciani e Alessandro Botto; Fondazione Cariverona è rappresentata dall'avvocato Stefano Baciga.

La sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata il 10 marzo 2025, riguarda il ricorso presentato da diverse società alberghiere contro il Comune di Verona e altre parti, tra cui Dea Capital Real Estate SGR s.p.a. e Fondazione Cariverona. Le società appellanti avevano impugnato una delibera del Consiglio comunale di Verona del 21 aprile 2022, che autorizzava un intervento di ristrutturazione per la valorizzazione turistica di un complesso immobiliare nel centro storico della città. Le appellanti sostenevano che tale intervento avrebbe avuto un impatto negativo sul settore alberghiero locale, compromettendo i loro profitti e aggravando il carico urbanistico.

Il Tribunale amministrativo regionale per il Veneto aveva dichiarato inammissibili i ricorsi delle società per difetto di legittimazione ad agire e di interesse. Le appellanti avevano contestato questa decisione, sostenendo che l'apertura di una nuova struttura ricettiva di 140 camere avrebbe ridotto significativamente il tasso di occupazione degli alloggi alberghieri esistenti, danneggiando economicamente le loro attività. Inoltre, avevano sollevato diverse censure riguardanti la legittimità degli atti comunali, tra cui la mancanza di una congrua motivazione sull'interesse pubblico e la violazione di norme urbanistiche e ambientali.

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso, confermando la sentenza di primo grado. Ha rilevato che le società appellanti non avevano adeguatamente documentato la vicinitas edilizia, ossia la prossimità fisica tra i loro alberghi e il complesso immobiliare oggetto dell'intervento. Inoltre, ha sottolineato che la vicinitas commerciale, intesa come la posizione di soggetti che operano nello stesso settore e attingono allo stesso bacino di utenza, non era sufficiente a dimostrare un pregiudizio significativo derivante dall'apertura della nuova struttura ricettiva. Il Consiglio di Stato ha ribadito che l'interesse a ricorrere deve essere supportato da una lesione specifica della posizione giuridica soggettiva delle parti ricorrenti.

In conclusione, il Consiglio di Stato ha confermato l'inammissibilità del ricorso per difetto di legittimazione e interesse, condannando le società appellanti al pagamento delle spese di giudizio. La sentenza evidenzia l'importanza di dimostrare un pregiudizio concreto e specifico per poter impugnare atti amministrativi, soprattutto in materia di titoli edilizi e autorizzazioni commerciali.