La Corte di Cassazione conferma la responsabilità oggettiva di IP Industrial S.p.A. per il pagamento delle accise
Pubblicato il: 2/5/2025
Nel contenzioso, IP Industrial S.p.A. è affiancata dagli avvocati Beatrice Fimiani e Bernardo Lanci.
La sentenza n. 2482 del 2025 della Corte di Cassazione riguarda il contenzioso tra IP Industrial S.p.A. e l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, relativo alla validità di 29 documenti di accompagnamento elettronico (e-AD) per la circolazione di gasolio destinato al bunkeraggio di imbarcazioni. L'Agenzia delle Dogane aveva contestato la validità degli e-AD, sostenendo che non fossero collegati alle reali operazioni di esportazione, e aveva notificato un avviso di pagamento per le operazioni di spedizione.
IP Industrial S.p.A. ha impugnato l'avviso di pagamento, sostenendo la violazione del principio di affidamento e buona fede, e attribuendo la responsabilità della condotta illecita a un dipendente infedele. Tuttavia, sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Commissione Tributaria Regionale del Lazio hanno respinto il ricorso, affermando che la responsabilità per il regime agevolato delle accise ricade sul richiedente, indipendentemente dai comportamenti di terzi.
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della CTR, rigettando il ricorso di IP Industrial S.p.A. La Corte ha sottolineato che la responsabilità del depositario fiscale per il pagamento delle accise è di tipo oggettivo e non derogabile, anche in caso di svincolo irregolare dovuto a un atto illecito imputabile a terzi. La Corte ha richiamato la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha stabilito che il depositario autorizzato è responsabile per tutti i rischi inerenti alla circolazione dei prodotti soggetti ad accisa in regime sospensivo.
La sentenza ha inoltre evidenziato che il principio di legittimo affidamento non può costituire un'esimente per il contrastato obbligo di garanzia, e che la responsabilità del depositario fiscale non è influenzata dalla buona fede o dall'estraneità alla condotta illecita dei terzi. La Corte ha concluso che il fatto illecito del terzo non esonera il depositario fiscale dal pagamento dei diritti di accisa, a meno che non si verifichi la distruzione o la perdita irrimediabile dei prodotti.
La Corte di Cassazione ha condannato IP Industrial S.p.A. al pagamento delle spese processuali, liquidate in Euro 13.000.