Accolto il ricorso di Enel Produzione S.p.A. contro il Comune di Rocca d'Evandro
Pubblicato il: 2/17/2025
Nel contenzioso, Enel Produzione S.p.A. è affiancata dagli avvocati Enrico Pauletti e Rosamaria Nicastro; il Comune di Rocca d'Evandro è difeso dall'avvocato Alessandra Carlomagno.
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza significativa sul ricorso n. 11442/2021, presentato da Enel Produzione S.p.A. contro il Comune di Rocca d'Evandro. La controversia riguardava l'avviso di accertamento n. 110/2017 per omessa denuncia e omesso versamento della Tassa Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP) per l'annualità 2014, che includeva una somma complessiva di € 4.495,36 per l'occupazione di 256 mq di suolo comunale. La Commissione Tributaria Regionale della Campania aveva rigettato l'appello di Enel Produzione S.p.A., confermando la decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Caserta.
Enel Produzione S.p.A. ha presentato ricorso per cassazione basato su quattro motivi. Il primo motivo lamentava la violazione degli articoli 36 del d.lgs. 546/1992 e 112 c.p.c., sostenendo che la motivazione della sentenza di appello fosse meramente apparente. La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato questo motivo, affermando che la motivazione della sentenza impugnata era inidonea a far conoscere il ragionamento seguito dal giudice, rendendo nulla la pronuncia.
Gli altri motivi del ricorso, che includevano la violazione di diverse disposizioni legislative riguardanti l'esercizio del potere di autotutela sostitutiva, la legittimità dell'avviso di accertamento e l'applicazione della tariffa TOSAP, sono stati assorbiti dalla decisione sul primo motivo. La Corte di Cassazione ha quindi cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Regione Campania, in diversa composizione, per una nuova valutazione.
La sentenza della Corte di Cassazione sottolinea l'importanza di una motivazione adeguata e comprensibile nelle decisioni giudiziarie, ribadendo che una motivazione meramente apparente non soddisfa i requisiti di legge e rende nulla la sentenza. Questo principio è fondamentale per garantire la trasparenza e la correttezza del processo decisionale, nonché per tutelare i diritti delle parti coinvolte nel contenzioso.