Il CdS condanna Rete Ferroviaria Italiana per demolizione di beni culturali non autorizzata
Pubblicato il: 4/10/2025
Nel contenzioso, l'Avvocato Luca Raffaello Perfetti ha affiancato Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 02661/2025, ha respinto il ricorso di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. (RFI) contro il Ministero della Cultura, confermando la sanzione pecuniaria di 40.000 euro per la demolizione non autorizzata di un immobile sottoposto a tutela. La vicenda ha avuto origine dalla demolizione di una casa cantoniera da parte di RFI, ritenuta pericolosa per la sicurezza ferroviaria. Tuttavia, la Soprintendenza ha contestato la mancata richiesta di autorizzazione preventiva, considerando l'immobile parte del patrimonio culturale.
RFI ha impugnato il provvedimento sanzionatorio, sostenendo la violazione degli articoli 10, 12 e 27 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché dell'articolo 32 della Costituzione. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia ha respinto il ricorso, e RFI ha presentato appello al Consiglio di Stato. Quest'ultimo ha confermato la decisione del TAR, ritenendo che l'immobile fosse sottoposto a tutela fino alla verifica dell'interesse culturale e che RFI avrebbe dovuto richiedere l'autorizzazione prima di procedere alla demolizione.
Il Consiglio di Stato ha inoltre respinto le censure di RFI riguardanti il difetto di motivazione del provvedimento impugnato e la mancata considerazione dei rischi per l'incolumità pubblica. La demolizione dell'immobile, secondo il Consiglio, non era una misura indispensabile e i rischi potevano essere prevenuti attraverso altre misure urgenti. Pertanto, l'appello di RFI è stato rigettato e la società è stata condannata a rifondere al Ministero della Cultura le spese del giudizio.