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Agenzia delle Dogane vince il ricorso contro Pietro Coricelli S.p.A.: confermata la riclassificazione dell'olio d'oliva e l'obbligo di pagamento dei dazi


Pubblicato il: 3/17/2025

L'Avvocato Lorenzo Tizi, l'Avvocato Marco Miccinesi, l'Avvocato Enrico De Martino e l'Avvocato Simone Ginanneschi hanno assistito Pietro Coricelli S.p.A.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6568/2025, ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Dogane contro Pietro Coricelli S.p.A., confermando la riclassificazione dell'olio d'oliva importato dalla Tunisia e l'obbligo di pagamento dei dazi. La decisione si basa sulla corretta applicazione delle norme relative alla valutazione organolettica dell'olio d'oliva e alla responsabilità dell'importatore nel regime di perfezionamento attivo.

La vicenda ha avuto inizio con l'importazione di olio extravergine d'oliva dalla Tunisia da parte di Pietro Coricelli S.p.A. L'olio, dichiarato come extravergine, è stato sottoposto a controlli e analisi presso il Laboratorio Chimico delle Dogane di Bari, che hanno rilevato la non conformità del prodotto, classificandolo come olio d'oliva vergine. Le controanalisi effettuate hanno confermato il giudizio di non conformità. Pietro Coricelli S.p.A. ha impugnato sia il provvedimento di riclassificazione sia l'avviso di pagamento dei dazi e il provvedimento di irrogazione delle sanzioni.

La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione organolettica dell'olio d'oliva deve avvenire secondo il metodo previsto dal Regolamento CEE n. 2568/1991, che prevede l'analisi da parte di panel di assaggiatori riconosciuti dagli Stati membri. La Corte ha ritenuto che le analisi effettuate dall'Agenzia delle Dogane fossero conformi alla normativa e che le controanalisi confermassero la non conformità del prodotto. La Corte ha inoltre escluso la rilevanza delle analisi commissionate privatamente dalla società e delle certificazioni delle autorità tunisine.

In conclusione, la sentenza n. 6568/2025 della Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della riclassificazione dell'olio d'oliva importato da Pietro Coricelli S.p.A. e l'obbligo di pagamento dei dazi. La causa è stata rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado dell'Umbria per un nuovo esame, anche delle spese.