Il Consiglio di Stato conferma l'ordine di rimozione dei rifiuti nei confronti di Publiacqua S.p.A.
Pubblicato il: 4/23/2025
L'Avvocato Leonardo Masi ha affiancato Publiacqua s.p.a. L'Avvocato Fabio Ciari ha assistito Arpat. L'Avvocato Claudio Bargellini ha assistito Comune di Barberino Tavarnelle.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 03003/2025, ha respinto l'appello proposto da Publiacqua s.p.a. contro Arpat e Comune di Barberino Tavarnelle. La vicenda riguarda l'ordinanza n. 9 del 9 agosto 2016, con cui il Comune ha ordinato a Publiacqua di rimuovere e smaltire i rifiuti depositati sul letto del torrente Pesa e nelle vasche di cemento dell'impianto di potabilizzazione di Sambuca.
L'ordinanza è stata emessa a seguito degli accertamenti di Arpat, che ha rilevato la presenza di fanghi, carbone attivo e sabbie derivanti dai processi di filtrazione dell'impianto, nonché una morìa di pesci e una colorazione anomala delle acque del torrente. Arpat ha evidenziato che gli scarichi dell'impianto non erano autorizzati e contenevano sostanze pericolose.
Publiacqua ha impugnato l'ordinanza, sostenendo che i rilasci nel torrente fossero "acque di restituzione" e non rifiuti, e che l'ordinanza fosse ineseguibile a causa del sequestro penale delle vasche. Il TAR ha respinto il ricorso, dichiarandolo in parte improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del TAR, rilevando che i materiali rilasciati dall'impianto non possono essere qualificati come "acque di restituzione" in assenza di una specifica autorizzazione e che contengono sostanze pericolose. Inoltre, ha osservato che i materiali rinvenuti nel torrente sono rifiuti di cui Publiacqua si è disfatta.
In conclusione, il Consiglio di Stato ha respinto l'appello di Publiacqua s.p.a., confermando l'ordine di rimozione dei rifiuti e la legittimità dell'azione amministrativa di Arpat e del Comune di Barberino Tavarnelle.