La Corte di Cassazione conferma la tassabilità delle plusvalenze dell'Inter e rinvia per i costi dei procuratori
Pubblicato il: 4/3/2025
Nel contenzioso, F.C. Internazionale S.p.A. è affiancata dall'avvocato Antonio Di Giovanni.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8724 del 2025, ha parzialmente accolto il ricorso di F.C. Internazionale S.p.A. contro l'Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia e rinviando per nuovo giudizio la questione relativa alla deducibilità dei costi corrisposti ai procuratori sportivi. La vicenda ha avuto origine dagli avvisi di accertamento emessi dall'Agenzia delle Entrate per gli anni d'imposta 2005 e 2006, contestando alla società la mancata assoggettazione ad IRAP delle plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori e la deduzione di costi per servizi di intermediazione prestati dai procuratori sportivi.
La Commissione Tributaria Provinciale di Milano aveva accolto i ricorsi della società, ma la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, in appello, aveva ribaltato la decisione, accogliendo gli appelli dell'Agenzia delle Entrate. F.C. Internazionale ha quindi impugnato la sentenza d'appello con ricorso per cassazione, sostenendo che le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori non dovessero essere tassate ai fini IRAP e che i costi per i procuratori sportivi fossero deducibili.
La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso, confermando che le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori sono tassabili ai fini IRAP, in quanto tali diritti costituiscono beni immateriali strumentali suscettibili di produrre plusvalenze o minusvalenze. Tuttavia, la Corte ha accolto il secondo motivo di ricorso, rilevando che la motivazione della sentenza impugnata sulla deducibilità dei costi per i procuratori sportivi era carente e non adeguatamente motivata. Pertanto, la Corte ha cassato la sentenza impugnata e rinviato la questione alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia per un nuovo giudizio.
In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso, accolto il secondo motivo e rinviato la questione della deducibilità dei costi per i procuratori sportivi per un nuovo giudizio, compensando le spese del giudizio di legittimità.