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Il CdS accoglie il ricorso del Comune di Atessa ribaltando la sentenza di primo grado


Pubblicato il: 5/14/2025

Nella vertenza, gli Avvocati Federica Ciciliani e Andrea Filippini hanno affiancato il Comune di Atessa. L'Avvocato Giovanni Ciccone ha rappresentato la Società Abruzzese per il Servizio Idrico Integrato S.p.A. (S.A.S.I. S.p.A.).

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 03930/2025, ha accolto l'appello principale del Comune di Atessa riformando la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo, sezione staccata di Pescara, n. 00300/2024.

La vicenda trae origine dall'occupazione d'urgenza di un terreno edificabile, situato nel Comune di Atessa, avvenuta nel 1979 per la realizzazione di lavori di integrazione dell'acquedotto del Sinello di Atessa con l'acquedotto del Verde.

Tuttavia, non essendo stato adottato il decreto di esproprio nei successivi cinque anni, la proprietaria del terreno ha presentato ricorso al T.A.R. per la rimozione delle opere realizzate e la restituzione del terreno o, in alternativa, per l'emissione di un provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42 del d.P.R. n. 327 del 2001.

Il T.A.R. aveva accolto il ricorso, ordinando al Comune di Atessa di provvedere sulla predetta istanza entro 90 giorni. Tuttavia, il Comune di Atessa ha impugnato la sentenza, sostenendo di non essere legittimato, non avendo né realizzato l'opera pubblica né utilizzato l'infrastruttura, la cui competenza è della Regione Abruzzo e degli enti strumentali ad essa facenti capo.

La proprietaria ha proposto appello incidentale per individuare l'ente obbligato a provvedere sulla sua istanza.

Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello del Comune di Atessa, rilevando che il terreno è di proprietà privata e che il Comune non è né responsabile dell'occupazione illegittima né utilizza stabilmente l'opera pubblica realizzata. La responsabilità è stata attribuita all'Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato (ERSI), che dovrà restituire il terreno alla proprietaria o adottare un provvedimento di acquisizione sanante entro 90 giorni dalla notifica della sentenza. In caso di inadempimento, il Prefetto de L'Aquila agirà come commissario ad acta.

La sentenza evidenzia l'importanza di individuare correttamente l'ente responsabile in casi di espropriazione non conclusa e sottolinea il ruolo di ERSI nella gestione del demanio acquedottistico regionale. Le spese di lite sono state compensate tra le parti costituite.