Wash Italia ottiene nuova chance: annullato il diniego per la piattaforma rifiuti a Nereto
Pubblicato il: 7/12/2025
Wash Italia S.p.A. è stata assistita dagli avvocati Sergio Della Rocca e Vincenzo Di Baldassarre. Il Comune di Nereto è stato affiancato dall’avvocato Carlo Scarpantoni.
Il Consiglio di Stato, Sezione Quarta, ha reso nota la sentenza n. 5635/2025 (ricorso n. 7461/2022), pronunciandosi sulla controversia tra Wash Italia S.p.A., società operante nel settore delle lavanderie industriali a Nereto, e una serie di enti pubblici, tra cui la Regione Abruzzo, il Ministero della Cultura, la Soprintendenza per L’Aquila e Teramo, e il Comune di Nereto. Oggetto della causa era il diniego ricevuto da Wash Italia per la realizzazione di una piattaforma di rifiuti liquidi non pericolosi, avviata con istanza nel 2017 e rigettata in sede di autorizzazione unica regionale (PAUR) nel 2020.
La vicenda trae origine dall’istanza presentata da Wash Italia S.p.A. per la realizzazione della piattaforma, respinta dalla Regione Abruzzo con determina del 28 aprile 2020, a seguito di un’articolata conferenza dei servizi. Il diniego discendeva dai pareri negativi raccolti, in particolare quelli urbanistico-edilizi e paesaggistici espressi dal Comune di Nereto e dalla Soprintendenza, nonché il mancato rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale e una serie di osservazioni critiche di comitati e associazioni locali. La società aveva domandato anche il risarcimento danni.
Wash Italia aveva inizialmente impugnato il provvedimento dinanzi al TAR Abruzzo che, con sentenza n. 61/2022, aveva respinto il ricorso, confermando la legittimità degli atti istruttori e dei pareri negativi resi dagli enti coinvolti. Avverso questa decisione la società proponeva appello, riproponendo tutti i motivi già dedotti in primo grado e ribadendo le presunte irregolarità istruttorie e procedurali.
Il Consiglio di Stato, nel riesaminare la controversia, ha ritenuto fondati alcuni dei rilievi mossi dalla società ricorrente su profili istruttori e di competenza: in particolare, è stato evidenziato come la Soprintendenza avesse basato il proprio parere su istruttorie (e su un diniego paesaggistico) adottate dal Comune di Nereto, ente però non delegato dalla Regione per la materia paesaggistica e privo delle competenze specialistiche richieste. E’ stato inoltre rilevato che il diniego paesaggistico avrebbe richiesto ulteriori approfondimenti, anche in relazione alla possibilità di deroga o sanatoria, e che sull'aspetto idraulico non si erano registrati pareri ostativi da parte dell’ente competente.
La decisione è stata determinata dalla constatazione di diversi vizi istruttori: errata attribuzione di competenze nella redazione dei pareri, istruttoria incompleta sulla distanza dal centro abitato e dalle strade (anche per la mancata esibizione della cartografia allegata alla perimetrazione comunale), e la necessità di ulteriori verifiche sulla localizzazione dell’impianto in zona urbanistica D1 anche alla luce delle prescrizioni sanitarie e delle emissioni già oggetto di ulteriori provvedimenti tecnici.
Il giudizio si è concluso con l’accoglimento parziale dell’appello di Wash Italia: il Consiglio di Stato ha annullato il diniego regionale, il verbale conclusivo della conferenza dei servizi, il parere paesaggistico della Soprintendenza e i pareri comunali sulle distanze, disponendo la riapertura del procedimento e il rinnovo delle istruttorie sui profili criticati. La Regione dovrà ricostruire l’iter autorizzativo entro 120 giorni, convocando di nuovo la conferenza dei servizi e chiamando anche ANAS per la produzione della cartografia. Non è stato concesso il risarcimento richiesto dalla società, rinviato a possibili e future determinazioni. Le spese di lite di entrambi i gradi di giudizio sono state compensate integralmente tra le parti.

