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MBI Consulenza prevale sulle sanzioni tributarie dell’Agenzia delle Entrate


Pubblicato il: 7/12/2025

L’avvocato Claudio Grisanti ha assistito MBI Consulenza S.r.l.

La Corte di Cassazione, Sez. V civile, con sentenza n. 17815/2025 (R.G. n. 3194/2018), ha concluso il contenzioso tra l’Agenzia delle Entrate e MBI Consulenza S.r.l.

La controversia vedeva l’ente fiscale ricorrente contro la società emiliana, in relazione all’irrogazione di sanzioni amministrative connessa al presunto concorso di MBI Consulenza, quale società di consulenza tributaria, nelle violazioni fiscali (dichiarazione infedele ai fini IRAP e IRES) contestate a GB Miami S.r.l., cliente destinatario della consulenza.

La vicenda trae origine dall’attività della MBI Consulenza S.r.l., ritenuta dall’Agenzia delle Entrate corresponsabile, in qualità di consulente, nella violazione tributaria commessa dal proprio cliente. In forza di ciò, venivano emessi due distinti atti di irrogazione di sanzioni nei riguardi della società di consulenza e del suo legale rappresentante, ai sensi degli artt. 5 e 9 del d.lgs. 472/1997.

MBI Consulenza proponeva ricorso avverso il primo di tali atti. Il contenzioso si sviluppava con esito a favore di MBI Consulenza sia innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Modena, che accoglieva il ricorso, sia successivamente innanzi alla Commissione Tributaria Regionale dell’Emilia-Romagna, che rigettava l’appello dell’Agenzia delle Entrate.

I giudici di merito motivavano il diniego delle sanzioni in ragione della natura personalistica della disciplina sanzionatoria tributaria, ritenendo inapplicabile l’art. 9 d.lgs. 472/1997 agli enti dotati di personalità giuridica. Ulteriore profilo decisivo era l’intervenuto accertamento con adesione da parte del contribuente principale (GB Miami S.r.l.), preclusivo della possibilità di verificare ex post la sussistenza della violazione contestata, e dunque anche della responsabilità concorrente del consulente.

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione articolando due motivi: il primo relativo alla sostenuta interpretazione erronea degli artt. 7 d.l. n. 269/2003 e 5, 9, 11 d.lgs. 472/1997, il secondo richiamando la pretesa violazione dell’art. 9 d.lgs. 472/1997 in relazione alle conseguenze dell’accertamento con adesione. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibili entrambi i motivi. In particolare, è stato rilevato che le censure dell’Agenzia non si confrontavano esplicitamente con le rationes decidendi della sentenza impugnata, fondate sia sulla non configurabilità di responsabilità concorsuale in capo a persone giuridiche per sanzioni tributarie ex art. 9 d.lgs. 472/1997, sia sulla preclusione derivante dall’accertamento con adesione.

Sul piano giuridico, la decisione della Cassazione mette in risalto il principio della natura strettamente personalistica della responsabilità per sanzioni amministrative tributarie, con esclusione della responsabilità concorrente delle persone giuridiche per illeciti commessi da altre società, anche nell’ipotesi di prestazioni di consulenza.

Decisivo, inoltre, l’effetto preclusivo dell’accertamento con adesione sulla verificabilità successiva della sussistenza dell’illecito tributario. In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate inammissibile, confermando la sentenza favorevole a MBI Consulenza S.r.l. e condannando l’Agenzia al pagamento delle spese processuali, quantificate in complessivi 7.000 euro per compensi, 200 euro per esborsi, oltre accessori di legge. La pronuncia rafforza il principio della personalità della responsabilità nelle sanzioni tributarie e insiste sull’effetto preclusivo dell’accertamento con adesione sulle ulteriori contestazioni alle società di consulenza.

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