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Azienda USL Toscana Centro si vede riconosciuto il metodo di riparto dei budget alle cliniche accreditate


Pubblicato il: 7/25/2025

L’Avvocato Mauro Putignano, insieme all’Avvocato Sonia Selletti, ha assistito la società Maria Beatrice Hospital S.r.l.; l’Avvocato Paolo Stolzi ha rappresentato l’Azienda USL Toscana Centro; gli Avvocati Antonio Fazzi, Lucia Bora e Fabio Ciari hanno difeso la Regione Toscana; l’Avvocato Matteo Cecconi ha assistito la Casa di Cura Villa Fiorita S.r.l.

Con la sentenza n. 6058/2025, pubblicata l’11 luglio 2025, il Consiglio di Stato, Sezione Settima, ha rigettato l’appello proposto da Maria Beatrice Hospital S.r.l. (ricorso n. 4199/2022 R.G.) contro la sentenza del TAR Toscana, Sezione Seconda, n. 1353/2021, confermando la legittimità della delibera n. 1537 del 14 dicembre 2017 dell’Azienda USL Toscana Centro, con cui sono stati approvati i tetti di spesa per le prestazioni sanitarie di non alta complessità erogate a pazienti extra-regionali nel quadriennio 2016–2019.

La controversia trae origine dall’applicazione della delibera della Giunta Regionale Toscana n. 343/2017, che, in attuazione dell’art. 15, comma 14, del d.l. n. 95/2012, ha introdotto un meccanismo di riduzione della spesa sanitaria per le prestazioni di ricovero non complesse rese da strutture private accreditate a cittadini non residenti. In particolare, la riduzione del 16,5% rispetto al fatturato 2016 è stata applicata in misura proporzionale alle strutture che avevano registrato un incremento produttivo negli ultimi cinque anni.

Maria Beatrice Hospital, società risultante dalla fusione di tre strutture sanitarie (MBH, MTH e SRH), ha contestato la determinazione dei tetti di spesa, sostenendo che l’AUSL avrebbe erroneamente considerato separatamente i fatturati delle tre strutture, nonostante l’unificazione giuridica e gestionale, e che l’incremento apparente del fatturato fosse in realtà dovuto a trasferimenti temporanei di attività tra i presidi, concordati con l’AUSL stessa per consentire lavori di ristrutturazione.

La società ha inoltre denunciato l’erronea inclusione della Casa di Cura Villa Ragionieri tra i beneficiari del budget, nonostante la cessazione dell’accreditamento, e ha chiesto la redistribuzione delle risorse in favore delle strutture effettivamente operative.

Il Consiglio di Stato ha respinto tutte le censure. In primo luogo, ha ritenuto infondata la doglianza relativa alla Casa di Cura Villa Ragionieri, rilevando che la quota di budget inizialmente attribuita a tale struttura era stata successivamente redistribuita proporzionalmente tra gli altri soggetti accreditati, senza che ciò avesse comportato un pregiudizio per MBH. In secondo luogo, ha confermato la legittimità della scelta dell’AUSL di mantenere distinti i fatturati delle singole strutture, in quanto il rapporto di accreditamento è instaurato con ciascun presidio e non con la società nel suo complesso, e la normativa regionale prevede espressamente l’individualità del rapporto, indipendentemente da fusioni o riorganizzazioni societarie.

Il Collegio ha inoltre escluso che l’incremento delle prestazioni registrato da MBH potesse essere giustificato da esigenze di riorganizzazione interna, osservando che tali dinamiche aziendali non costituiscono eventi eccezionali e non possono incidere sui criteri oggettivi di riparto delle risorse pubbliche. Ha infine sottolineato che l’adozione di criteri di calcolo unitari, in assenza di una previsione normativa, avrebbe determinato una disparità di trattamento rispetto ad altre strutture accreditate, violando i principi di imparzialità e parità di trattamento.

In conclusione, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello e condannato Maria Beatrice Hospital al pagamento delle spese processuali, liquidate in complessivi 6.000 euro, da corrispondersi in parti uguali alla Regione Toscana e all’AUSL Toscana Centro. La sentenza riafferma la centralità del principio di individualità del rapporto di accreditamento e la legittimità delle misure di contenimento della spesa sanitaria adottate in attuazione della normativa nazionale sulla spending review.