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Consiglio di Stato conferma la revoca del rating di legalità AGCM


Pubblicato il: 8/6/2025

Gli avvocati Antonio Vincenzi e Marcello Anastasio Pugliese hanno assistito OR.V.A. S.p.A.

Il Consiglio di Stato, Sezione Sesta, si è pronunciato sul ricorso n. 2176/2024 promosso da OR.V.A. S.p.A. contro l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), per la riforma della sentenza del Tar Lazio n. 8826/2023. L’oggetto del contendere riguarda la revoca del rating di legalità attribuito alla società, decisione originariamente adottata da AGCM e mantenuta dal Tar Lazio.

La vicenda trae origine dall’attribuzione, nel gennaio 2018, del rating di legalità alla OR.V.A. S.p.A., attiva nel settore alimentare. Tuttavia, nel settembre 2019, AGCM ha avviato un procedimento di revoca in seguito alla sentenza di condanna (n. 1203/19 del Tribunale di Rimini) per lesioni personali colpose in violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro, pronunciata nei confronti del presidente del CdA della società, Luigi Bravi.

La società ha evidenziato l’estraneità dei fatti rispetto alle proprie attività, sottolineando che la condanna riguardava l’operato di Bravi come legale rappresentante di altra società, Global Food.

OR.V.A. S.p.A., ritenendo il provvedimento di revoca illegittimo, ha adito il Tar Lazio domandandone l’annullamento e chiedendo il risarcimento dei danni. Un primo diniego in sede cautelare e, successivamente, il rigetto nel merito del ricorso con la sentenza n. 8826/2023, hanno portato la società a impugnare la decisione dinanzi al Consiglio di Stato.

I giudici amministrativi hanno ricostruito il quadro normativo di riferimento, confermando che il rating di legalità è un istituto di natura premiale, destinato alle imprese che rispettano determinati requisiti etici e di legalità. Il Regolamento AGCM n. 27165/2018 prescrive, infatti, tra le condizioni imprescindibili per il rilascio e il mantenimento del rating, l’assenza di sentenze di condanna per i reati elencati nel d.lgs. n. 231/2001 a carico di soggetti con responsabilità apicali. Il reato di lesioni personali colpose ex art. 590 c.p., se commesso violando le norme di sicurezza sul lavoro, rientra tra quelli ostativi.

La decisione del Consiglio di Stato si fonda sull’interpretazione letterale e sistematica delle norme: l’effetto preclusivo discende dalla presenza, nell’organigramma societario, di soggetti condannati per reati indicati dal regolamento, anche se i fatti non riguardano direttamente l’attività della società richiedente. Il principio mira a tutelare sia la realtà aziendale sia la sua percezione pubblica e il suo livello di affidabilità generale.

Con la sentenza n. 6376/2025, pubblicata il 18 luglio 2025, il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello di OR.V.A. S.p.A., confermando la revoca del rating di legalità da parte dell’AGCM. La società è stata inoltre condannata a rifondere le spese di giudizio, quantificate in 4.000 euro oltre agli accessori di legge.

La decisione ribadisce la centralità della responsabilità degli organi societari e il rigore dei requisiti previsti per il riconoscimento del rating di legalità.