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Tra.De.Co. ottiene la cassazione della sentenza tributaria sulla tassazione IRES 2007


Pubblicato il: 8/4/2025

L'avv. Franco Paparella ha rappresentato Tra.De.Co. s.r.l. nel ricorso contro l'Agenzia delle Entrate.

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da Tra.De.Co. s.r.l. contro l'Agenzia delle Entrate ed iscritto al n. 8185/2016 R.G., avente ad oggetto una controversia concernente l'accertamento IRES relativo all'anno d'imposta 2007.

La Corte di Cassazione, Sezione V Civile, si è pronunciata sulla decisione precedentemente emessa dalla Commissione tributaria regionale della Puglia (sent. n. 2889/2015 del 30 dicembre 2015).

Il contenzioso nasce da una complessa operazione negoziale posta in essere tra il 2006 e il 2007 fra Tra.De.Co. s.r.l., Ecosud s.r.l. e Tra.De.Co. Servizi s.r.l., tutte società riconducibili allo stesso soggetto di riferimento.

Nello specifico, il legale rappresentante di Tra.De.Co. aveva ceduto l’80% delle quote a Ecosud, società a sua volta controllata da Tra.De.Co. Servizi. Successivamente, Ecosud aveva ceduto gratuitamente a Tra.De.Co. un credito d’imposta di 650.000 euro relativo al 2003. Questa operazione, secondo l’Amministrazione finanziaria, aveva carattere elusivo, essendo stata strutturata per ottenere un indebito vantaggio fiscale, con la rinuncia al credito che avrebbe dovuto essere trattata come sopravvenienza attiva tassabile.

A seguito della notificazione dell’avviso di accertamento e dell’irrogazione di sanzioni, Tra.De.Co. aveva inizialmente ottenuto ragione presso la Commissione tributaria provinciale di Bari. In appello, tuttavia, la Commissione tributaria regionale della Puglia aveva accolto le ragioni dell’Ufficio, ritenendo che – seppur l’elusione non fosse fondata – la tassazione dovesse essere comunque attribuita all’anno d’imposta successivo, ovvero il 2007, per via dell’effettivo realizzo economico della rinuncia al credito.

Nell’analisi della Cassazione, il punto centrale si è concentrato sulla motivazione della sentenza d’appello, che risultava contraddittoria: pur avendo escluso la sussistenza di un’operazione elusiva come prospettata nell’atto impositivo, il giudice di appello aveva comunque riconosciuto fondamento alla pretesa fiscale basandosi su una diversa impostazione, ossia sull’errata imputazione temporale della sopravvenienza attiva ai fini IRES.

La Cassazione ha ritenuto fondata la censura proposta da Tra.De.Co., evidenziando come la sentenza d’appello fosse viziata da una motivazione irriducibilmente contraddittoria e illogica, essendo state avanzate affermazioni inconciliabili tra loro circa la natura e la tassazione dell’operazione. Tale difetto di coerenza argomentativa comporta la nullità della sentenza.

In conclusione, la Suprema Corte ha accolto il ricorso di Tra.De.Co. s.r.l., cassato la sentenza impugnata e disposto il rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Puglia, anche per la regolamentazione delle spese processuali. Sul piano economico e giuridico, la decisione riapre la valutazione della pretesa fiscale vantata dall’Agenzia delle Entrate nei confronti della società ricorrente, demandando al giudice del rinvio un nuovo esame dei fatti contestati.

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