Leonardo Cooperativa Sociale confermata aggiudicataria dell'appalto per l'asilo nido
Pubblicato il: 10/29/2025
L'Avvocato Alfredo Zaza D'Aulisio ha rappresentato il Consorzio Intesa Società Cooperativa Sociale Onlus Consortile. Gli Avvocati Herbert Simone e Chiara Tozzoli hanno assistito Leonardo Società Cooperativa Sociale.
Il Consiglio di Stato, Sezione Quinta, si è pronunciato sul ricorso numero 898 del 2025, proposto dal Consorzio Intesa Società Cooperativa Sociale Onlus Consortile contro Leonardo Società Cooperativa Sociale e relativo alla procedura CIG B29C940808 per l’affidamento del servizio di gestione dell’asilo nido comunale del Comune di Monte San Giovanni Campano. Il giudizio ha riguardato in particolare la contestazione del provvedimento di aggiudicazione in favore della Leonardo Società Cooperativa Sociale e si è sviluppato a seguito delle decisioni del TAR Lazio – sezione staccata di Latina.
L’oggetto del contenzioso deriva dal secondo posto ottenuto dal Consorzio Intesa nella procedura negoziata, disciplinata dal d.lgs. n. 36/2023. Intesa ha impugnato il provvedimento di affidamento e la parziale limitazione nell’accesso agli atti di gara, contestando che i costi della manodopera dichiarati dalla concorrente risultassero inadeguati rispetto a quelli previsti dal bando di gara e dalla normativa di riferimento, anche in relazione a migliorie proposte nell’offerta tecnica dell’aggiudicataria.
Il giudizio di primo grado si era concluso, con due sentenze del TAR Lazio: la n. 689/2024 che dichiarava irricevibile il ricorso avverso il diniego parziale di accesso agli atti, e la n. 56/2025 che respingeva il ricorso contro l’aggiudicazione evidenziando la congruità dei costi della manodopera dichiarati dall’aggiudicataria e l’assenza di un obbligo di ancorarli ai minimi tabellari ministeriali.
In sede di appello il Consorzio Intesa ha lamentato plurime violazioni, tra cui la presunta sottostima dei costi della manodopera nella lex specialis e nell’offerta della Leonardo Società Cooperativa, la violazione del diritto di difesa per mancata concessione del rinvio in attesa dell’accesso agli atti, nonché l’insufficienza delle risorse previste per migliorie proposte nell’offerta tecnica. Il Consiglio di Stato ha tuttavia ritenuto che la quantificazione della manodopera indicata dalla stazione appaltante non abbia limitato la possibilità di presentare offerte serie e consapevoli da parte dei partecipanti. Ha inoltre rilevato che la libertà imprenditoriale consente diverse modalità organizzative legittime e che le migliorie proposte non imponevano necessariamente costi aggiuntivi non coperti dall’offerta.
L’elemento giuridico dirimente per la decisione è stato il principio secondo cui le eventuali carenze o incongruenze della lex specialis in tema di stima dei costi non comportano automatica invalidità dell’intera procedura, se le regole non sono state vincolanti o limitative per i partecipanti. È inoltre stato ribadito che l’onere probatorio circa l’anomalia dell’offerta grava sull’offerente cui si contesta l’aggiudicazione. In relazione ai motivi aggiunti, è stato sottolineato che molte delle attività migliorative rientravano nella programmazione ordinaria e che la mancata esplicazione, da parte di Intesa, delle modalità di calcolo delle ore di lavoro non consentiva di accogliere le censure.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8156/2025, ha definitivamente rigettato l’appello e i motivi aggiunti del Consorzio Intesa, confermando l’aggiudicazione a Leonardo Società Cooperativa Sociale. Le spese di lite sono state integralmente compensate tra le parti, in considerazione della complessità della vicenda.

