La Corte di Giustizia Tributaria di Venezia annulla l’avviso IMU 2018 contro Bagni Alberoni Srl
Pubblicato il: 7/8/2025
GBA Studio Legale e Tributario ottiene la piena vittoria: illegittima la pretesa retroattiva del Comune di Venezia su un “immobile fantasma”.
L’avviso di accertamento IMU 2018 da 8.174,99 euro notificato alla Bagni Alberoni Srl è stato annullato dalla Corte di Giustizia Tributaria di Venezia con la sentenza n. 194/1/2025 depositata il 25 marzo 2025. Il collegio (presidente-relatore Giuseppe Caracciolo) ha riconosciuto l’illegittimità della pretesa retroattiva fatta valere dal Comune sulla rendita catastale D/8 (11.300 euro) assegnata all’immobile solo nel 2023, dopo un primo classamento via Docfa del 2022 (7.805 euro).
Il caso
Lo stabilimento, affacciato sull’arenile del Lido e concesso in uso demaniale, era rimasto «immobile fantasma» fino al 2022. Dopo l’iscrizione in catasto, il Comune ha esteso la nuova rendita al 2018 e richiesto l’IMU, malgrado precedenti accertamenti si fondassero su rendite presuntive.
La società—assistita da GBA studio legale e tributario con i dottori commercialisti Marco De Marchis e Guido Gasparini Berlingieri e l'avvocato Massimiliano Leonetti —ha impugnato l’atto con sei motivi di ricorso.
La decisione
La Corte, applicando il principio della «ragione più liquida», si è concentrata sul quarto motivo: mancanza del presupposto impositivo. Secondo i giudici, senza «specifico accertamento volto alla determinazione della rendita per gli anni antecedenti», estendere quella fissata nel 2023 viola il divieto generale di retroattività, salvo seguire le procedure speciali sui fabbricati non censiti previste dai commi 336-337 della legge 311/2004. Richiamando l’ordinanza Cass. 18637/2022, la sentenza precisa che la rendita produce effetti solo dall’anno in cui è iscritta, «a meno che non intervenga un’apposita procedura di emersione».
Nulla le sanzioni, spese compensate Accolto il ricorso, la Corte ha compensato le spese di lite, sottolineando «l’obiettiva complessità della materia» e la condotta delle parti. La sentenza rafforza la linea—già evidenziata da diverse Corti territoriali—per cui l’applicazione retroattiva è consentita solo nei casi tassativamente disciplinati. Il verdetto potrebbe influenzare centinaia di contenziosi su stabilimenti balneari e altre strutture sorte su aree demaniali, specie in Veneto e lungo la Riviera Adriatica, dove i Comuni hanno avviato recuperi IMU sugli anni antecedenti alla regolarizzazione catastale.

