Il Comune di Dalmine ottiene conferma dal CdS sul corrispettivo TARI
Pubblicato il: 12/5/2025
Gli avvocati Andrea Di Lascio e Saul Monzani hanno assistito il Comune di Dalmine. Gli avvocati Roberto Invernizzi e Giovanni Corbyons hanno rappresentato Impresa Sangalli Giancarlo & C. s.r.l.
Si è concluso davanti al Consiglio di Stato, con la sentenza n. 9257 del 25 novembre 2025 (n.r.g. 7820/2024), il contenzioso tra il Comune di Dalmine e Impresa Sangalli Giancarlo & C. s.r.l. Oggetto della controversia erano il piano economico-finanziario (PEF) dei rifiuti urbani 2022-2025, le tariffe TARI 2023 e l’aggiornamento dei corrispettivi per il servizio di igiene urbana svolto dalla società privata, nell’ambito di un appalto quinquennale avviato nel 2021.
L’origine della vicenda risale al bando del 2018 per l’affidamento dei servizi integrati di igiene urbana, assegnato definitivamente a Impresa Sangalli dopo un contenzioso giurisdizionale. Il contratto, della durata di cinque anni, prevedeva un corrispettivo annuo aggiornabile solo tramite ISTAT. Subito dopo l’aggiudicazione, la società aveva segnalato la sopravvenuta inadeguatezza delle condizioni economiche offerte in gara. Pur avendo già tentato un giudizio per la revisione dei prezzi, conclusosi negativamente, la società nel 2022 ha impugnato ulteriori atti comunali ritenendo il corrispettivo inferiore a quanto spettante secondo il nuovo metodo tariffario ARERA (MTR).
Dopo aver resistito in giudizio, il Comune di Dalmine era risultato soccombente davanti al TAR Lombardia-Brescia, che aveva accertato l’illegittimità della determinazione comunale pur senza annullare le tariffe applicate. In particolare, il TAR aveva chiesto al Comune una più motivata valutazione dei costi da riconoscere alla società.
Il punto giuridico cruciale, esaminato dal Consiglio di Stato, riguarda la natura vincolante del metodo tariffario (MTR) approvato da ARERA rispetto ai corrispettivi contrattuali fissati tramite gara e le relative possibilità di adeguamento in corso di esecuzione contrattuale. Secondo la Suprema Corte amministrativa, il MTR stabilisce valori massimi della TARI per gli utenti, ma il prezzo contrattuale tra Comune e gestore resta quello risultante dalla gara, salvo specifici casi di revisione prezzi espressamente disciplinati. Sottolineata inoltre l’importanza, anche in ambito europeo, della stabilità del corrispettivo d’appalto come elemento cardine dell’aggiudicazione e della concorrenza.
Con questa decisione il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Comune di Dalmine, respingendo il ricorso proposto dalla società. La pronuncia comporta la conferma della validità delle determinazioni comunali e chiarisce che nessun ulteriore incremento dei corrispettivi può essere preteso dalla società affidataria sulla base del solo piano economico-finanziario predisposto secondo il metodo ARERA. La società Sangalli è stata inoltre condannata al pagamento di 10.000 euro per le spese processuali in favore del Comune di Dalmine.

