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Rigettato il ricorso di Edison S.r.l. contro il Comune di Rozzano


Pubblicato il: 1/18/2025

Nel contenzioso, Edison S.r.l. è affiancata dagli avvocati Cino Benelli e Alfonso Celotto; il Comune di Rozzano è difeso dagli avvocati Maria Cristina Colombo, Giovanni Crisostomo Sciacca e Roberto Ragozzino.

Si controverte su un’ordinanza sindacale con cui si limita l’utilizzo di video giochi a premi e slot machine nel territorio del Comune di Rozzano. In particolare, il limite è di tipo orario ed è il seguente: 9 – 12; 18 – 24. Dunque la chiusura o meglio il limite di utilizzo di tali videogiochi è nella sostanza dalle 12 alle 18, ossia l’orario più sensibile per i ragazzi in età scolastica.

Una società che gestisce tali apparecchiature ha presentato ricorso dinanzi al TAR Lombardia che ha rigettato il gravame per le ragioni di seguito indicate: L’ordinanza costituisce il frutto di una elaborata istruttoria condotta dall’amministrazione comunale di intesa con aziende sanitarie ed enti no profit che operano nel settore delle ludopatie; Da tali studi e analisi è emerso che nel Comune di Rozzano il fenomeno della ludopatia è in costante crescita, soprattutto tra le fasce più deboli come giovani e anziani; In questa direzione: “la previsione di limitazioni orarie è idoneo strumento di lotta al fenomeno della ludopatia”.

La sentenza di primo grado formava oggetto di appello per erroneità nella parte in cui non sarebbe stato considerato il difetto di motivazione e la carenza di istruttoria del provvedimento. Più in particolare: La motivazione sarebbe oltre misura generica; Il provvedimento non reca una motivazione rafforzata che sarebbe stata necessaria in quanto il limite orario è superiore rispetto a quello indicato (6 ore) dalla intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata del 7 settembre 2017; L’atto gravato … non offre alcuna motivazione che evidenzi situazioni di particolare problematicità con riferimento al Comune di Rozzano; Infine mancano del tutto “precisi studi scientifici relativi all’ambito territoriale di riferimento”.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), definitivamente pronunciando sull'appello, come in epigrafe proposto, lo rigetta. Condanna la parte appellante alla rifusione delle spese di lite, da quantificare nella complessiva somma di euro 5.000 (cinquemila/00), oltre IVA e CPA ove dovute.