Vittoria dell’Ufficio d’Ambito Milano sulla legittimità delle prescrizioni a tutela delle acque reflue
Pubblicato il: 8/22/2025
Gli avvocati Maria Cristina Colombo, Giovanni Crisostomo Sciacca e Roberto Ragozzino hanno rappresentato l’Ufficio d'Ambito della Città Metropolitana di Milano - Azienda Speciale; Marialuisa Ferrari e Nadia Marina Gabigliani hanno assistito la Città Metropolitana di Milano; Rocco Mangia, Raffaello Ricci e Maurizio Carmelo Sprio hanno rappresentato Risani Marmi Snc di Maltagliati Fosca & C.
Con la sentenza n. 6929/2025 del Consiglio di Stato – Sezione Quarta, pubblicata il 5 agosto 2025 (ricorso n. 391/2024), si conclude il contenzioso amministrativo promosso dalla Risani Marmi Snc di Maltagliati Fosca & C. contro Ufficio d'Ambito della Città Metropolitana di Milano - Azienda Speciale, Città Metropolitana di Milano e Comune di Milano (quest’ultimo non costituito in giudizio), avente ad oggetto la legittimità delle prescrizioni poste nell’autorizzazione unica ambientale (AUA) per lo scarico di reflui industriali.
La controversia trae origine dalla determinazione con cui la Città Metropolitana di Milano, nel 2016, aveva rinnovato l’autorizzazione alla Risani Marmi Snc, attiva nella lucidatura di marmi e pietre, per lo scarico di acque reflue industriali in pubblica fognatura. Tale rinnovo era stato subordinato all’osservanza di specifiche prescrizioni tecniche, motivate da controlli effettuati dalla Metropolitana Milanese S.p.A. nel 2014, che avevano evidenziato rilevanti superamenti dei limiti di legge per taluni parametri inquinanti. L’impresa aveva a sua volta commissionato verifiche private, i cui esiti erano risultati conformi ai limiti normativi. La successiva diffida e irrogazione di sanzione pecuniaria per inottemperanza alle prescrizioni avevano spinto la società a impugnare tali atti, dapprima con ricorso straordinario e poi al TAR Lombardia, lamentando difetto di competenza nei controlli, fondatezza delle proprie analisi e carenza di istruttoria aggiornata.
Il TAR Lombardia, con sentenza n. 1471/2023, respingeva il ricorso della società. Risani Marmi proponeva quindi appello al Consiglio di Stato, reiterando le doglianze sul difetto di competenza dei controlli affidati a Metropolitana Milanese S.p.A.; sulla presunta irragionevolezza delle prescrizioni fondate su dati datati e in contestazione con le proprie analisi difensive; sulla violazione delle procedure previste dalla normativa e dalla convenzione tra ATO e gestore idrico.
Il Consiglio di Stato ha verificato che la disciplina vigente consente l’affidamento al gestore idrico dei controlli istruttori e che i dati utilizzati, pur risalenti a circa tre anni prima dal rinnovo dell’AUA, fossero attendibili in assenza di elementi concreti che ne mettessero in dubbio la validità. È stato rilevato che i controlli amministrativi, adeguatamente documentati e non oggetto di specifica contestazione di merito da parte della società, avevano riscontrato sforamenti ingenti dei limiti normativi, giustificando un’azione precauzionale da parte dell’amministrazione.
Elemento centrale nel rigetto degli argomenti della società è stato il richiamo al principio di precauzione e la constatazione di un aggravio della situazione ambientale nel tempo, nonostante le contrarie, ma generiche, affermazioni della parte ricorrente. È stato inoltre sottolineato come la produzione di controanalisi private senza garanzia di terzietà e senza coinvolgimento dell’amministrazione non potesse assurgere a fondamento per l’annullamento delle prescrizioni.
Al termine del giudizio, il Consiglio di Stato ha respinto definitivamente l’appello proposto da Risani Marmi Snc, confermando la legittimità delle prescrizioni imposte con la rinnovata AUA e la correlata diffida. La società è stata altresì condannata al pagamento delle spese del grado, pari a complessivi 8.000 euro (4.000 euro ciascuno in favore dell’Ufficio d'Ambito e della Città Metropolitana di Milano), oltre accessori di legge. La sentenza conferma così la linea rigorosa dell’amministrazione nella tutela della qualità delle acque e nella vigilanza sulle attività industriali potenzialmente impattanti sull’ambiente urbano.

